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SULMONA – Ancora tensioni dietro le sbarre del carcere di massima sicurezza di Sulmona. L’altro giorno un ergastolano ha minacciato di morte un agente di polizia penitenziaria che stava svolgendo servizio nel penitenziario peligno. Il detenuto, da quanto si è appreso, avrebbe richiesto l’utilizzo di oggetti non consentiti. Gli animi si sono scaldati fino alla minaccia grave. Non contento il recluso campano ha tentato di aggredire anche un altro agente, intervenuto per riportare la calma . Fortunatamente l’allarme è rientrato nel giro di poco tempo poiché la situazione è stata affrontata con professionalità dagli operatori di polizia penitenziaria. Non solo tensioni, che confermano la difficoltà di gestione di uno dei carcere più noti in Italia, ma anche distacchi. L’emorragia tra il personale operante non si ferma. Nonostante l’allarme lanciato nelle scorse settimane dalle organizzazioni sindacali, altre tre unità lasciano, con un aggravio di carenze di risorse umane. Allo stato attuale sono circa 60 gli agenti in malattia, 30 i distaccati di cui 23 al gruppo mobile e solo 135 attualmente operativi su una pianta organica di 227. Non un quadro roseo se si considera che il 2024 è l’anno dell’apertura del nuovo padiglione che incrementerà di circa 200 unità la popolazione carceraria, portando a 650 il numero totale dei reclusi. Tra poliziotti e detenuti la forbice continua ad allargarsi e la carenza di personale tra malattie e distacchi preoccupa e non poco

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