SULMONA- “Hanne zappate la stazione”. Il suono sinistro delle sirene alle 11.15 del 27 agosto 1943 annuncia l’arrivo degli aerei angloamericani che colpirono la stazione centrale. Ottanta anni fa la città di Sulmona subì un violento bombardamento da parte delle truppe alleate. Furono distrutte la stazione ferroviaria e le diverse linee afferenti. Oltre all’inagibilità totale dell’importantissimo nodo ferroviario le bombe causarono la morte di 104 persone identificate e circa quattrocento feriti. Una vera e propria carneficina frutto di una atroce violenza con i superstiti che urlavano sconvolti per le strade cittadine. Una scena raccapricciante che Gabrio Colaprete, ex edicolante di corso Ovidio, ricorda bene. All’epoca aveva 15 anni e davanti alle nostre telecamere mostra la cicatrice di quella giornata nera. Una scheggia che lo aveva colpito tra la mano e il polso. Fortunatamente l’allora ragazzino Gabrio riuscì a mettersi in salvo assieme al padre Francesco. Entrambi scavalcarono il fiume per arrivare nell’ex zona Celidonio e poi a Fonte d’Amore. “Erano da poco passate le undici quando presi il tram con mio padre per ritirare il pacco di giornali che arrivava da Roma. All’epoca dovevamo attendere il treno dalla capitale per il rifornimento. Suonò la sirena e l’edicolante della stazione disse a mio padre di portarmi via immediatamente perché non era aria”- racconta Gabrio che ci accoglie nella sua abitazione di corso Ovidio. “Ricordo che i cadaveri venivano trainati fino al vecchio ospedale, in zona Annunziata. Tutte vite spezzate e ammucchiate. Non scorderò mai quei momenti”- riprende l’ex edicolante che nella sua abitazione conserva riviste e prime pagine di giornali. Un pezzo di storia per la città. Per Sulmona fu il primo dei numerosi bombardamenti che si avvicendarono dall’agosto 1943 al maggio 1944 e che seminarono terrore, morte e distruzione. Ricordare significa recuperare la memoria ma anche l’umanità.