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SULMONA. Le prime opere di cantiere vero e proprio partono oggi: Snam avvia i lavori di costruzione della centrale, anche perché il Ministero ha dato il via libera ad operare su una parte dell’area di Case Pente, quella non interessata dai ritrovamenti archeologici per i quali, gli scavi sono ancora in corso. Si tratta di lavori di fortificazione del terreno, in vista della realizzazione della centrale di spinta di dove, denunciano i comitati cittadini per l’ambiente, sono state rinvenute una serie di capanne che dimostrerebbero come a Case Pente ci fosse un villaggio che risale a prima della fondazione di Sulmona, ovvero a circa 3500 anni fa. Non si tratta della prima scoperta archeologica. Nel corso delle operazioni preliminari, era stata rinvenuta anche una necropoli con circa cento tombe a fossa risalenti al V-IV secolo a. C. e alcuni resti di due costruzioni e un muro, tutti di epoca italica e romana. Negli anni ’60 e ’70, sempre a Case Pente, erano state rinvenute diverse sepolture di epoca romana e la famosa iscrizione dei Callitani, oggi conservata nel museo archeologico di Sulmona. “I beni archeologici, una volta riportati alla luce sono tutelati per legge e sottoposti alle misure del codice dei beni culturali, anche in assenza di un provvedimento espresso”- ha scritto la Soprintendenza che, lo scorso giugno, aveva disposto nuovi scavi, per non lasciare nulla al caso. L’area è stata sottoposta anche a vincolo culturale. “Siamo in presenza di una vera e propria follia perché la distruzione di questo inestimabile patrimonio culturale sta avvenendo con il consenso del Ministero della Cultura”- insorgono i comitati, chiedendo alla politica di bloccare la realizzazione dell’opera. Tuttavia gli ultimi rinvenimenti archeologici non hanno fermato la Snam che, da quanto si è appreso, come avvenuto anche per altre opere in altri territori, avrebbe già dato ampia disponibilità alla Soprintendenza per sostenere progetti di recupero e valorizzazione di tutte le scoperte archeologiche. Nel cantiere di Case Pente, sono arrivate betoniere e cemento per avviare i lavori veri e propri. Da oggi si comincia con gli interventi di rinforzo del terreno e quindi con la costruzione dell’opera. La centrale di compressione di spinta, autorizzata dal governo nel 2018, sarà pronta entro l’autunno-inverno del 2026. I lavori, che dovevano partire a giugno e sono slittati per gli scavi, dureranno all’incirca due anni. Il cantiere era stato allestito nel marzo dello scorso anno.

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