Secondo uno studio condotto dalla rete Caritas emerge che in Abruzzo e Molise il 42% delle persone che si rivolge alla Caritas sono soprattutto cittadini italiani ed ha una bassa scolarizzazione. Dati che testimoniano che la povertà è spesso causata da una scarsa scolarizzazione che impedisce di sviluppare competenze sufficienti per il mercato del lavoro e condanna quindi alla disoccupazione. Competenze difficili da acquisire anche dopo percorsi formativi di carattere professionale che mal si conciliano con situazioni personali di frequente caratterizzate da lunghi periodi di inoccupazione ed età mediamente avanzata. Un quadro destinato a peggiorare a settembre quando verrà meno, per molte di queste persone, il sostegno del reddito di cittadinanza che non verrà più erogato ai nuclei familiari composti da persone con meno di 60 anni e considerate, quindi, ‘occupabili’. Tra i dati contenuti nel rapporto, spicca inoltre quello della nazionalità degli assistiti: in Abruzzo e Molise sono in maggioranza italiani a chiedere un supporto all’ente di assistenza, al contrario di quanto accade nel resto del Paese dove gli stranieri sono più degli italiani. Un dato questo che evidenzia come la povertà in Abruzzo-Molise sia strutturale e riguardi fasce sociali che non riescono a superare quella che ormai è una condizione stabile.