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Ad Avezzano il 15 luglio scoppia un incendio in un impianto di rifiuti, la Casinelli. Il tetto, completamente in amianto, crolla frantumandosi. Migliaia di mq di materiale cancerogeno. L’amianto si sa, provoca a distanza di anni dall’esposizione il mesioteloma, cancro aggressivo ed incurabile. Il fumo invade il capoluogo marsicano ma nessuno monitora la quantità della sostanza nociva nell’aria.

Su questo disastro interviene il forum H2O che, con una nota, afferma che tra le note della ASL e le dichiarazioni del Commissario, siamo allo humor nero. Sottocategoria: involontario. PS: come ribadito in una delle PEC inviate agli enti, intanto bisogna mettere in sicurezza il sito.

Poi la rimozione dell’amianto dovrà essere fatta assicurando che il cantiere lavori in depressione (contenimento statico-dinamico) per evitare l’ulteriore dispersione delle fibre. Noi l’abbiamo già messo nero su bianco fin dal 25 luglio.

Intanto è rimasto un “braciere” che, a distanza di un mese, continua a mostrare colonne di fumo, un fatto “fisiologico” per incendi di questa portata, ma che preoccupano per via della presenza di sostanze nocive.

“Questa situazione- sottolinea il presidente di Tekneko, Umberto Di Carlo – sta preoccupando particolarmente tutti noi che lavoriamo quotidianamente in quella zona. È inaudito che la l’Asl, l’Arta e il Comune di Avezzano sappiano quello che c’è e nessuno fa niente. Se non saranno presi provvedimenti immediati sarà costretto a rivolgermi alle autorità giudiziarie per denunciare l’accaduto perchè non posso mettere ulteriormente a rischio la salute dei miei dipendenti e quella di chi vive in quell’area. La salute va tutelata”.

A questo punto, quindi, occorre partire quanto prima con i lavori di bonifica.

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