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SULMONA – Gruppo a due in maggioranza e non più gruppo a quattro. Ora è ufficiale. La decisione è stata formalizzata in mattinata dal consigliere comunale Andrea Ramunno a Palazzo San Francesco. Si chiama “Adesso Sulmona” ed è lo stesso nome di una delle sei liste che nella primavera del 2016 faceva parte della coalizione civica “Noi per Sulmona” che ha portato Annamaria Casini a occupare lo scranno più alto del Comune. Si abbandona quindi la strada del collegamento con il quadro politico nazionale, ipotesi che era stata caldeggiata nelle scorse ore dallo stesso Ramunno, ma alla fine si è scelto un ritorno alle origini. Fanno parte di “Adesso Sulmona” i consiglieri Andrea Ramunno e Deborah D’Amico che tornano a difendere il nome di quella compagine che li ha eletti in Consiglio Comunale. I due si sono dimessi dal gruppone di Sulmona al Centro, passando ai non iscritti e aprendo ai due consiglieri di Avanti Sulmona Fabio Pingue e il Presidente del Consiglio Katia Di Marzio. All’inizio si pensava a una costituzione di un gruppo a quattro con una particolare attenzione su alcuni temi come la riorganizzazione della macchina amministrativa, edilizia scolastica e i fondi per la mitigazione del rischio sismico. Poi la decisione di Ramunno e D’Amico di fare gruppo a sé fermo restando la condivisione dei punti cardini. “Chiederemo innanzitutto delle garanzie sulla programmazione”- interviene il consigliere Ramunno contattato da Onda Tg. Se per i due l’assessorato non è prioritario in queste ore si sta comunque cercando di trovare la quadra. La Giunta al completo potrebbe arrivare nella giornata di giovedì visto che i dem avrebbero già scelto il loro rappresentante nell’esecutivo comunale guidato dal sindaco Annamaria Casini, anche se il nome al momento resta top secret. Il nodo da sciogliere quindi è quello di Adesso Sulmona. Mentre i civici hanno preso di mira il consigliere di Alleanza per Sulmona Mauro Tirabassi. Per lui si stanno raccogliendo le firme per chiedere un ritorno in maggioranza o le dimissioni da consigliere provinciale dal momento che è stato eletto con i voti dei civici. Un richiamo politico che Tirabassi non accetta.

Andrea D’Aurelio

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