SULMONA – Quattrocento interventi nell’anno della pandemia per il reparto accorpato e “sacrificato†dall’emergenza Covid. La boccata d’ossigeno per l’urologia dell’ospedale di Sulmona è arrivata nei giorni scorsi con l’assunzione di un dirigente medico, per un periodo di sei mesi, con rapporto di lavoro a tempo determinato. La Asl aveva bandito un avviso pubblico che ha ottenuto tre istanze. Al colloquio orale si è presentato solo il candidato Mario Ferritto, che è entrato quindi a far parte della pianta organica del reparto che condivide gli spazi con ortopedia nell’ottica della razionalizzazione di prestazioni e personale. Una seconda figura che, seppur per un periodo limitato, potrà dare manforte al responsabile che per circa due mesi ha traghettato il reparto. Reperibile giorno e notte con carichi di lavoro intesi e al di sopra anche dell’umana sopportazione. Al primo piano di via Montesanto si lotta per non perdere le staffe e mantenere i nervi saldi. Ora, non sulla carta s’intende ma nella sostanza, sono in due ad operare nel reparto che, nonostante l’emergenza e lo stop alle prestazioni indifferibili, ha raggiunto comunque numeri dignitosi. Ovvero la quota di quattrocento interventi eseguiti nel 2020. La speranza è che dall’azienda sanitaria venga presto bandito un avviso pubblico per il reclutamento almeno di un’altra figura, ma a tempo indeterminato. Altrimenti, in assenza di interventi a lungo periodo, si rischia di rimanere in affanno ad oltranza con ovvie conseguenze sul sistema. Gli interventi nel breve periodo lasciano il tempo che trovano. Diversamente anche l’ospedale, dopo le ultime proroghe e assunzioni, rischia di diventare un presidio a tempo determinato.
Andrea D’Aurelio