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SULMONA – “Non sono uno stalker fuori controllo”. Si è difeso per quasi due ore, assistito dagli avvocati Alessandro Margiotta e Renato Torelli, l’agente penitenziario raggiunto la scorsa settimana dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento verso moglie e figli. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, celebrato questa mattina davanti al giudice per le indagini preliminari, Marta Sarnelli, che si è riservata ordinanza, l’uomo ha ripercorso tutte le tappe della sua vita e carriera, negando di aver maltrattato l’ex coniuge e i due figli minori. In particolare, dal 2020 al 2023, dopo la separazione coniugale, l’agente ha riferito che si sarebbe recato a Sulmona per solo due volte la settimana ogni quindici giorni. Condotte apprensive ma non persecutorie, secondo la difesa, che ha pure chiarito che la telematica posizionata sul balcone dell’ex moglie non sarebbe in grado di immortalare ogni singolo movimento. Da qui la richiesta di revoca della misura cautelare o di deroga per concedere all’uomo la possibilità di incontrare i figli. Il quadro probatorio, secondo Procura e Gip, risulta solida. Le condotte contestate avrebbero fatto emergere l’escalation di persecuzioni nei confronti della donna, prima e dopo la relazione coniugale: appostamenti, tempesta di telefonate, minaccia ai congiunti, controllo delle abitudini e delle frequentazioni. L’indagato sarebbe arrivato perfino a posizionare una telecamera sul balcone di casa della ex per monitorare tutti i movimenti e in una circostanza le avrebbe anche danneggiato la vettura nel parcheggio pubblico. Un castello probatorio grave secondo il giudice che ha applicato il divieto di avvicinamento dal momento che l’agente avrebbe perso autocontrollo come rilevato nell’ordinanza. 

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