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SULMONA – Anche il carcere di Sulmona si mobilita per il popolo ucraino. La storia che tocca le corde del cuore vede protagonista un poliziotto penitenziario, Antonino Genovese, che si è recato al confine tra Polonia e Ucraina per mettere in salvo e riportare in Italia tre donne e due minori. Un vero e proprio viaggio della speranza poiché l’agente era consapevole dei rischi connessi a questa iniziativa spontanea. Ma hanno prevalso la prossimità, l’umanità e il grande cuore suo e di tutti i colleghi che, con una sottoscrizione, hanno sovvenzionato le spese di trasporto. Contro l’orrore della guerra si risponde, ancora una volta, con la forza dell’unità e della solidarietà. Genovese è salito su un furgone di proprietà del pratolano, Erminio Di Cioccio. Entrambi hanno affrontano un lunghissimo viaggio di diciotto ore per poi sbrigare tutti gli atti di registrazione. Alla fine hanno scortato, fino a Sulmona, cinque rifugiati tra cui due bambini. Hanno inoltre trasportato beni di prima necessità, frutto di una raccolta. “Abbiamo toccato con mano la paura e lo spavento di queste creature. Le donne si facevano coraggio ma per tutto il viaggio hanno continuato a parlare con i propri congiunti”- racconta Genovese. Dal carcere cresce la solidarietà per l’Ucraina. Una raccolta fondi viene portata avanti in queste ore anche dai detenuti che stanno unendo le forze e verosimilmente devolveranno il ricavato all’Amabasciata Ucraina. (a.d’.a.)

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