“Nella giornata odierna non si celebra solamente il centenario della Bandiera di guerra del IX Reggimento, ma rendiamo omaggio allo stile di vita alpino. Un’attitudine che è un modello per tutti, soprattutto in una società come quella attuale, talmente fluida da diventare impalpabile. Il sentimento di rispetto dei caduti per la Patria – che ieri abbiamo onorato presso il monumento all’interno della caserma Pasquali-Campomizzi – l’osservanza delle regole, lo spirito di corpo, la solidarietà e la disponibilità ad aiutare il prossimo nel momento del bisogno sono elementi che di cui dobbiamo riappropriarci. Valori ben rappresentati dal tricolore, elemento fondante della comunità nazionale che identifica i confini della patria: essi non sono un mero confine geografico ma narrano sentimenti più profondi, perché tracciati con il sangue degli eroi. Degli eroi di ieri, immolatisi nell’epopea risorgimentale o nella tragedia delle trincee, e degli eroi di oggi che operano nelle missioni internazionali di pace, supportano gli anziani a domicilio durante le operazioni di somministrazione dei vaccini, troviamo tra le fiamme degli incendi nelle montagne, sul Morrone o Monte Pettino, o tra le macerie delle città flagellate dal terremoto, come accaduto 12 anni fa all’Aquila o ai fratelli del Centro Italia. Questi valorosi dovrebbero essere uno stimolo per tutti gli italiani. Un esempio di attaccamento al dovere, che conferisce un lustro inarrivabile al nostro tricolore e alla Bandiera di guerra, di cui ricordiamo e festeggiamo i cento anni. È per me un grandissimo onore essere qui e per questo ringrazio il comandante delle Truppe alpine, generale C.A. Claudio Berto, il comandante del IX Reggimento Alpini, colonnello Gianmarco Laurencig, e tutti i presenti. Viva L’Aquila, viva gli alpini, viva l’Italia”.