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È di questa mattina la notizia dell’attraversamento sull’Autostrada dei Parchi, all’altezza di Carrito, dell’Orsa Amarena e i suoi quattro cuccioli, il nucleo famigliare che l’estate scorsa ha incantato il mondo. Il tratto autostradale in questione è già noto alle cronache, poiché non è la prima volta che vi si registra la presenza di animali selvatici, Orso in particolare: basta ricordare il recente attraversamento della stessa Amarena a ottobre 2017. Questa porzione di territorio rappresenta un importante e ben noto corridoio di collegamento tra il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e quello Regionale Sirente Velino, fondamentale per garantire all’Orso bruno marsicano la possibilità di espandere il proprio areale e trovare nuovi territori idonei alla sopravvivenza: obiettivo questo su cui le Istituzioni a livello nazionale e regionale e le associazioni ambientaliste stanno investendo fondi ed energie, oltre a essere oggetto del progetto europeo “LIFE SafeCrossing”.

Le barriere autostradali presenti nel tratto citato sono assolutamente insufficienti e inadeguate a impedire il passaggio di un grande carnivoro come l’Orso e nulla nel tempo è stato fatto per garantire la sicurezza necessaria. Le autostrade consentono una percorrenza veloce la quale, per sua natura, richiede che vengano garantiti elevati standard di sicurezza. Non dimentichiamo l’orso ucciso sulla Roma-L’Aquila il 25 aprile 2013 e quello travolto da un autocarro la notte del 2 maggio 1991 nei pressi del casello di Cocullo. Che cosa si sta aspettando per intervenire? Che avvenga un altro incidente? Che si rischi di perdere ancora un orso o peggio ancora piangere una vita umana?

La relazione “fauna/traffico” costituisce un importante capitolo della sicurezza stradale. Le autostrade A24 e A25 attraversano territori fondamentali per la fauna selvatica protetta da normative nazionali e internazionali; la gestione non può esimersi da questa responsabilità. Non si può inoltre accettare che, a fronte di un pedaggio corrisposto dagli utenti, l’Autostrada cosiddetta “dei Parchi” continui a ignorare le caratteristiche e le priorità del territorio regionale e a ritardare investimenti necessari ad adottare misure di prevenzione, mitigazione e compensazione in grado di rendere la percorrenza più sicura sia per gli automobilisti che per gli animali e compatibile con l’habitat circostante. Nel resto d’Europa tutto questo è la normalità, qui sembra fantascienza.

Facendo seguito ad azioni già intraprese da alcune di esse, come Salviamo l’Orso che in passato ha avuto modo di porre il problema ai dirigenti di Strada dei parchi senza arrivare però a una concreta soluzione, le Associazioni scriventi si associano a quanto già messo in atto, in questa occasione e in passato, dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e lanciano un appello ad Autostrada dei Parchi e ai Ministeri coinvolti (Transizione ecologica e Infrastrutture e mobilità sostenibili) perché si arrivi finalmente alla risoluzione del problema.

Le azioni possibili sono molteplici, come molteplici sono le soluzioni attuate in altri paesi del mondo: sottopassi, ponti sopraelevati e altre tipologie di interventi più che collaudati. È necessario aprire al più presto un tavolo di confronto, tra il gestore dell’autostrada e tutti coloro che a vario titolo si occupano di conservazione. Gli Enti Parco della Regione Abruzzo e le associazioni ambientaliste hanno ormai maturato conoscenze e competenze in merito ai temi e alle tecniche di road ecology, insieme si può trovare la soluzione adatta a garantire la sicurezza per tutti.

Vi è nel frattempo la necessità, non più eludibile, di un innalzamento immediato della recinzione esistente tra il casello di Pescina e quello di Cocullo in tutti i tratti non in galleria e a raso. Chiediamo per questo al Ministro Cingolani uno stanziamento straordinario che metta fine alle resistenze di Strada dei Parchi. L’installazione di nuove recinzioni, la susseguente e puntuale opera di manutenzione per evitare la presenza di varchi e interruzioni e alcuni piccoli interventi da eseguire fuori autostrada per favorire, invece, l’utilizzo in sicurezza dei sottopassi e sovrappassi esistenti, sono le misure minime da mettere in atto immediatamente per mitigare l’attuale rischio di incidenti che coinvolge pericolosamente fauna e utenza.

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