SULMONA – Nuovo impulso alle indagini per l’eredità contesa a Pratola Peligna. Nei giorni scorsi, nello studio professionale di un pubblico ufficiale, si sono presentati gli operatori di polizia giudiziaria per sequestrare uno dei testamenti oggetto della vicenda. Si tratterebbe di un atto che uno degli indagati dell’inchiesta penale avrebbe ottenuto dall’anziana contesa, deceduta nelle scorse settimane. La donna di 90 anni, le cui condizioni di salute si erano aggravate nell’ultimo periodo, è morta nell’abitazione di una vicina di casa che aveva nominato, nel 2021, come erede universale davanti al notaio. La storia ha avuto più di una coda giudiziaria. Il filone penale, aperto dalla Procura, vede indagati in cinque tra nipoti e parenti per circonvenzione d’incapace. Un’accusa, legata alla “distrazione” di 450 Mila euro dal conto della donna, ancora da riscontrare in sede di incidente probatorio nel corso del quale il giudice per le indagini preliminari, lo scorso 14 settembre, aveva designato un perito. L’anziana, ad onor del vero, aveva effettuato dei bonifici in tal senso. Il filone civile per la nomina di un amministratore si è chiuso con il deposito del certificato di morte. Le nipoti dell’anziana avevano evidenziato l’inopportunitá della scelta di nominare quale amministratore provvisorio proprio la madre della vicina designata erede universale. Circostanza che aveva spinto giudice e Pm a recarsi a casa della 90 enne per un sopralluogo. Lo scenario che si apre è il più complicato e delicato poiché di mezzo c’è l’eredità contesa tra il fratello, la giovane nominata davanti al notaio e gli altri congiunti. Cose, fortunatamente, non dell’altro mondo dove l’anziana potrà riposare in pace. Intanto la Procura va avanti con le indagini e ha disposto il sequestro di uno dei testamenti spuntati nell’ultimo minuto