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SULMONA – Se ne va un pezzo di storia nonché simbolo della città di Sulmona. Si è spento all’età di 96 anni, nell’ospedale di Sulmona dove era ricoverato, Enzo Mosca, il calzolaio del borgo Pacentrano, “genio” del presepe. La sua opera, custodita nel polo museale diocesano di Santa Chiara, è diventata un elemento identitario della comunità peligna, proprio perché realizzata da mani che profumano di lavoro certosino e di dignità. Ideato ripescando ricordi d’infanzia e realizzato scolpendo ogni giorno per 4 anni, dal 1977 al 1981, 1133 piccoli manufatti tra figure umane, animali, attrezzi di lavoro, oltre agli innumerevoli accessori come anfore, stoffe, suppellettili, e tutto il necessario per rappresentare fedelmente circa 20 antichi mestieri d’Abruzzo, il presepe artistico di Enzo Mosca è patrimonio della comunità. 558 personaggi, 140 attrezzi da lavoro, 14 cavalli, 42 asini, 27 buoi, 14 cani, 14 capre, 113 pecore, 9 gatti, 7 maiali, 110 volatili, 3 biglie, 6 carri, 14 carretti, 2 carrozzelle, 10 carriole, 43 case: un vero e proprio villaggio di una volta in miniatura, dove la vita attiva, le espressioni e le movenze dei personaggi sono riprodotti con dovizia di particolari ad incarnare mestieri che stanno scomparendo, di arrotino, bastaio, bottaio, calderaio, calzolaio, carradore, cestaio, contadino, falegname, fornaio, funaio, maniscalco, muratore, scalpellino, scultore, seggiolaio, sellaio. “Quest’opera vuole essere un omaggio ai nostri padri e nonni, alla gente semplice e laboriosa di una volta”, aveva detto Enzo, raccontando la sua “creatura”. Situazioni sceniche di vita quotidiana al mercato, in bottega, in cantina, per strada, nei campi, concepite basandosi sui ricordi d’infanzia trascorsa nel “Borgo Pacentrano”, uno dei quartieri del centro storico di Sulmona. Mosca passava giornata intere nella bottega di via Probo Mariano. Riservatissimo e concentrato sul suo lavoro, non era di molte parole ma faceva parlare di sé per la meticolosità che metteva in ogni intervento, dalle scarpe che riparava all’opera che realizzava. Una vita vissuta in punta di piedi. Nell’ultimo periodo le sue condizioni di salute erano peggiorate. Oggi la notizia del decesso, diffusa dal nipote. “Sei stato un grande artista e un uomo umile”- ha scritto Piero Mosca. Sui social stanno arrivando i primi messaggi di cordoglio. Una presenza non ingombrante ma significativa per la storia della città. Un pezzo d’identità che si spegne. Ci vorrebbe la pazienza di Enzo, ancora oggi, per rimettere insieme i pezzi di una comunità che appare sempre più sparpagliata e divisa.

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