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L’Associazione ‘Salviamo l’Orso’ interviene sul progetto Enel della stazione elettrica tra i laghi artificiali di Montagna Spaccata e Castel San Vincenzo. L’associazione lo definisce un progetto devastante che andrebbe a stravolgere un angolo incantevole della regione Molise in cui coesistono foreste e parchi rifugio dell’orso marsicano. Una zona che ha subito una rinascita in questi ultimi anni che altrimenti si sarebbe spopolata. L’associazione stessa da più di 5 anni gestisce il Museo dell’Orso a Pizzone. Sarebbe pura follia portare avanti un progetto che, senza alcun coinvolgimento delle comunità locali e nel silenzio più assoluto, vale circa 600 milioni di euro per la costruzione di 10 km di gallerie, nuove strade per servire i cantieri, elettrodotti e deforestazione (per iniziare sarebbero tagliati a raso ben 11 ettari, che non saremmo sorpresi se dovessero diventare il doppio o il triplo), lo scavo di circa 1.000.000 di mc di roccia da trasportare con decine e decine di camion verso i luoghi di deposito in alcune aree limitrofe, una addirittura all’interno del Parco, ovvero sulle montagne delle Mainarde tra Alfedena, Pizzone, Montenero Val Cocchiara e Castel San Vincenzo, al confine tra Abruzzo e Molise, interessando in pieno sia il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sia le zone limitrofe dell’area contigua del Parco. Vi lasciamo immaginare come diventerebbe la vita nei paesi della zona, piagati dal rumore, dal traffico pesante, dalla polvere dei materiali di scavo; un vero inferno destinato a cancellare per sempre ogni possibilità di turismo e sviluppo e a vanificare la fatica e i progetti di tanta gente

La durata dei cantieri è prevista per almeno…5 anni e dopo aver riversato centinaia di milioni di euro nelle tasche dei grandi gruppi di costruzioni non richiederà alcuna manodopera stabile, ma lascerà dietro di sé il deserto ambientale e la rovina di tutte le piccole attività locali.

È necessario quindi che tutti gli abitanti della zona, tutti i molisani e gli abruzzesi e, in generale, tutti coloro i quali nel nostro paese hanno ancora a cuore il destino di questo lembo dell’Appennino si mobilitino e facciano sentire la loro voce, così come si apprestano a fare le comunità di Pizzone e Castel San Vincenzo, e noi saremo al loro fianco.

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