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SULMONA – Via al risanamento danni per gli utenti dell’ area peligna i cui dati sono stati trafugati nel recente attacco hacker che ha messo in ginocchio i server della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila. Gli avvocati del foro di Sulmona, Catia Puglielli e Alessandro Margiotta, hanno dato il via in questi giorni alle istanze di risarcimento, inaugurando di fatto la fase due di una vicenda che ha segnato e non poco diverse categorie di utenti, soprattutto i fragili. Un’attività legale che è scaturita all’ultimatum del garante della privacy che lo scorso 15 giugno aveva ordinato all’azienda sanitaria di inoltrare le comunicazioni, con le relative fasce di rischio, ai soggetti che hanno subito l’hackeraggio. Nel caso in cui la violazione presenti un rischio per i diritti e le libertà delle persone, la normativa privacy prevede infatti l’obbligo di comunicazione del data breach all’interessato senza ingiustificato ritardo. L’informazione però deve essere differenziata sia nelle modalità che nel contenuto, in funzione del potenziale lesivo e dei canali a disposizione. Le misure che aveva intrapreso la Asl non consentivano invece – secondo il Garante – di informare efficacemente tutti gli interessati, specialmente quelli per cui il rischio è stato valutato come “critico” o “alto”. Da qui le attestazioni dei dati trafugati che, come ricordano Puglielli e Margiotta, diventano un elemento probatorio per l’istanza di risarcimento danni. L’attacco hacker, senza precedenti storici, risale al 3 maggio scorso ed è andato avanti per oltre un mese con conseguenze anche attuali se si considera, ad esempio, che i terminali del Cup subiscono dei rallentamenti a cadenza settimanale. Ora gli avvocati, per conto degli utenti peligni, battono cassa alla Asl

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