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SULMONA – Quasi tredici anni di reclusione per un totale di tre condanne rispetto ai ventuno anni complessivi della sentenza di primo grado. La Corte d’Appello dell’Aquila rimodula e riduce le pene per i componenti della “banda della magliana” in salsa peligna, ovvero gli imputati dell’inchiesta Piccolo Colosseo, riguardante il traffico di stupefacenti in Valle Peligna. In quattro ieri si sono presentati davanti alla Corte per il processo di secondo grado. Solo F.G. è uscito indenne. Per lui, difeso dall’avvocato Silvia Iafolla, è arrivata la sentenza di assoluzione che lo scagiona dai reati a lui ascritti. Condannati i fratelli M.B. a 2 anni e 8 mesi di reclusione più una multa da 533 euro ed L.B. a 4 anni e 6 mesi di reclusione nonché ad una multa da ben 22 mila euro. Il primo è stato difeso dall’avvocato Iafolla e l’altro da Stefano Michelangelo. Ridotta la pena anche per il latitante M.L.D., condannato a 5 anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione. Più una multa da 333 euro. In giudizio è stato difeso dal legale di Roma, Domenica Naike Cascini. L’inchiesta risale alla primavera del 2012 con gli arresti di 14 persone. Altre dieci furono denunciate. Tutte accusate di aver messo su una centrale dello spaccio. Sui social si facevano chiamare con i nomi dei componenti della banda della Magliana e all’epoca controllavano il mercato di stupefacenti a Sulmona e nei paesi della Valle Peligna. A fermare gli indagati nel 2012 furono i carabinieri che sgominarono l’intera banda che balzò alle cronache con il nome di “Piccolo Colosseo”. La portata dell’operazione è stata in parte ridimensionata nei mesi scorsi con l’assoluzione di ben otto imputati. Tirando le somme si contano un patteggiamento, due assoluzioni di cui una in appello e tre condanne rimodulate dalla Corte. Entro il 14 aprile saranno depositate le motivazioni. (a.d’.a.)

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