SULMONA – Il battesimo per la Giunta Di Piero bis non è una festa. Nel corso della prima uscita pubblica del nuovo esecutivo comunale è stato chiesto al sindaco di sollecitare l’Anac in riferimento alla posizione dell’assessore, Ilenia Rico. In aula è tempo di resa dei conti. “Il sindaco voleva qualche soggetto che gli è stato vietato. Questa formazione esce fuori da veti e divieti incrociati”- interviene il consigliere, Vittorio Masci. Franco Di Rocco ricorda il travaglio di venti giorni che non lasciano ben sperare per il futuro. Quindi l’attacco al sostituto del sostituto che “ha deciso di prolungare l’agonia alla città”. Il consigliere civico insiste sull’inopportunità politica della nomina dell’assessore, Ilenia Rico. “Il sindaco ha trovato in sé stesso la maggioranza alternativa. Questa è la fotografia”- rincara la consigliera comunale, Teresa Nannarone. Poi il passaggio sugli assessori e quindi la richiesta delle dimissioni di Critani dalla società dall’incarico legato all’Aquila. Il “conto” più salato arriva per l’assessore Rico. Sfogliando il profilo facebook, la Nannarone ha rispolverato alcuni post non proprio in linea con la valorizzazione della parità di genere ma soprattutto ha chiesto al sindaco di chiamare in causa l’Anac per la collaborazione che la Rico ha avuto con uno studio professionale. Non ne esce indenne il sindaco, Gianfranco Di Piero. “Indifferente, incoerente, indietrista e continuista. Della coalizione Liberamente Sulmona resta una illusione e lei sindaco ha esercitato il potere”- aggiunge Nannarone che si scusa con la città, con gli elettori e gli amici che aveva coinvolto in campagna elettorale. “Mi sono fidata nonostante la storia politica inidonea del sindaco. È una pagina brutta per la città, per chi ha fatto politica e si è schierato”- conclude. “Questa esperienza non è fallita per disegno di potere. La mia vita e azione politica non è stata mai caratterizzata in tal senso. Ho sempre privilegiato l’esercizio della legalità”- replica il sindaco Di Piero che non le manda a dire. “Abbiamo cominciato a litigare il giorno dopo per questioni di poltrone ma perché la coalizione non aveva sufficiente collante per la condivisione di un progetto per appagare aspirazioni professionali. Ciò ha fatto deflagrare la coalizione e abbiamo avuto una minoranza dentro la maggioranza”- tuona Di Piero che non ci sta: “ho dovuto fare il vigile urbano della politica. Non avevo promesso nulla a nessuno”. La “prima” della nuova Giunta non è proprio da archiviare, soprattutto per i toni.