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SULMONA – “Il trasporto a mezzo treno verrà danneggiato poiché l’aumento tariffario non è controbilanciato da una riduzione delle tempistiche di trasporto tantomeno da un potenziamento delle linee obsolete. Nell’era della slowmobility, della “cura del ferro” e dei progetti mirati alla mobilità integrata è veramente inconcepibile un aumento delle tariffe per l’accesso al servizio di trasporto pubblico”. E’ quanto fa notare Antonio Menchinelli, componente del comitato “Sulmona Stazione di Sulmona” che grida allo scandalo all’indomani gli aumenti tariffari del 15 % su tutto il trasporto pubblico abruzzese in vigore da sabato scorso, sia nel settore ferroviario che in quello dei bus di linea, per effetto della legge regionale 19 agosto 2016 n. 26. “Nel dettaglio delle conseguenze sulle singole tratte ferroviarie di maggior utilizzo per i pendolari sulmonesi, il nostro Comitato riscontra l’aumento del biglietto giornaliero per una corsa semplice: da 4.80 € a 5.80 € per la tratta Sulmona-L’Aquila e per la Sulmona-Pescara; da 4.20 € a 5.20 € per la Sulmona-Chieti. –fa notare il giovane– Nel comparto degli abbonamenti mensili sulle tratte Sulmona-L’Aquila e Sulmona-Pescara il costo lievita da 74.30 € a 82.60 €, se si ipotizza che uno studente universitario acquista in media 9 abbonamenti nell’arco dell’anno, il salasso aumenterà di + 110,7 € rispetto all’anno scorso”. “I penalizzati maggiori di questa legge regionale saranno ancora una volta i cittadini pendolari e gli studenti delle aree interne che giornalmente sono costretti all’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico per accedere ai servizi di istruzione e ai posti di lavoro della costa e del Capoluogo di regione”- rincara Menchinelli che conclude: “la Regione Abruzzo in questo caso più che un passo verso il futuro sostenibile, si è arretrata del 15% verso il passato”.

Andrea D’Aurelio

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