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SULMONA – Arriva il giorno della verità per l’amministrazione comunale guidata dal sindaco, Gianfranco Di Piero. E’ previsto per la mattinata di oggi, in Sala Consiliare, il voto del bilancio di previsione 2023-2025, atto fondamentale per l’attività e la tenuta della consiliatura. L’approvazione diventa infatti perentoria per evitare il commissariamento e il ritorno alle urne. Sulmona arriva al fatidico appuntamento nel pieno di una crisi politica che da settimane sta agitando i gruppi consiliari di Palazzo San Francesco. Sorprese, in giornata, non dovrebbero arrivare dal momento che lo stesso sindaco, Gianfranco Di Piero, aveva annunciato di affrontare la crisi in un Consiglio ad hoc, come suggerito da Fratelli d’Italia, subito dopo l’approvazione del documento contabile. Senza colpi di scena, almeno così si pensa, il futuro dell’amministrazione si strutturerà nei prossimi giorni. Il rimpasto e la redifinizione della Giunta Comunale non è da escludere dal momento che è stato più volte invocato. Ad incentivarlo nei giorni scorsi sono state le dimissioni dell’assessore alla cultura, Rosanna Tuteri. Ancora da capire le modalità di riorganizzazione dei nomi e delle deleghe. Se dovesse essere sacrificato solo il vice sindaco, come si chiedeva, qualche reazione del Pd potrebbe arrivare visto l’imprinting sul fronte della comunicazione che si tocca con mano, in queste ore, proprio da Casciani con l’affidamento dei lavori in via L’Aquila e il recupero dei fondi per la prima Radice. Tuttavia un ritorno imminente al voto non è proprio scontato dal momento che si sono diverse questioni aperte, prima fra tutte le partecipate. I sindaci devono infatti procedere a indicare la nuova governance del Cogesa. Un’eventuale figura commissariale non darebbe alcun impulso politico e potrebbe cambiare le carte in tavola. Chi ha interesse quindi a mandare a casa sindaco ed amministrazione? Inoltre v’è da aggiungere che la prima finestra per le elezioni ci sarà probabilmente in febbraio/ marzo per le regionali e la seconda a giugno per le europee. Per accedere a queste finestre lo scioglimento del consiglio deve intervenire in tempo utile. L’agonia dell’assise, con il differimento della discussione sulla crisi a dopo l’approvazione del bilancio di previsione, lascerà trascorrere ancora altro tempo. Ed è chiaro che, dovendo determinare i vertici delle partecipate, nessuna forza politica rappresentata in consiglio, dovrebbe avere interesse allo scioglimento. Resta da capire cosa farà il sindaco per far rientrare la crisi e ricostruire le intese in maggioranza. La città, nel frattempo, osserva attonita tra l’erba che cresce e le buche che fanno salire le richieste di risarcimento. Troppi temi restano nel cassetto. Dalla sanità con la clinica San Raffaele a rischio al lavoro con la Reginella d’Abruzzo che non paga la cassa integrazione ordinaria. Un tavolo ad hoc era stato chiesto, nei mesi scorsi, dalla consigliera, Teresa Nannarone. In ballo insomma non ci sono solo personaggi e deleghe ma anche valori e modalità di fare politica.

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