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SULMONA – Day after del blitz al Canile Comunale e i primissimi accertamenti eseguiti della Asl non depongono a favore dell’associazione Code Felici che gestisce la struttura dal 2011. Due delle otto carcasse sepolte che sono state rinvenute ieri in un fosso trovato all’interno del canile dai Carabinieri Forestali sarebbero riconducibili all’associazione. E’ quanto si è scoperto dalla lettura dei microchip anche se per conoscere con esattezza il responso delle analisi eseguite dall’azienda sanitaria ci vorrà del tempo. L’associazione presieduta da Gabriella Tunno, nel frattempo, si difende per il tramite del suo legale Vittorio Masci. “La cliente mi riferisce di aver fatto richiesta di tutte le fatturazioni emesse dalla ditta incaricata del ritiro degli animali deceduti, per fare un riscontro, poiché l’associazione non ha mai sepolto cani se non una volta quando a causa di una epidemia di cimurro che colpì molti animali fu autorizzata a farlo nelle forme di legge. Potendo avere autorizzazioni o servirsi di una società esterna autorizzata al ritiro degli animali morti non aveva senso seppellirne. Stiamo indagando per l’anomala presenza di altri cani”- interviene l’avvocato Masci. A far scattare l’operazione è stato un esposto di una coppia in cui si denunciava la pratica illegale indicando anche i luoghi dove si doveva scavare. Il reato ipotizzato è quello di smaltimento non autorizzato di rifiuti pericolosi. Saranno necessari ulteriori esami per datare la morte degli esemplari. L’area dove sono state rinvenute le carcasse è stata posta sotto sequestro dalla Procura.

Andrea D’Aurelio

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