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Il 10% dei borghi abruzzesi ha puntato sulla cooperativa di comunità quale strumento economico e sociale per un presente e un futuro migliori: su 305 Comuni in 32 si sono costituite altrettante cooperative di comunità che dal 2018 hanno risposto ad un doppio bando promosso da Confcooperative Abruzzo, l’ultimo dei quali si è chiuso il 28 febbraio, e che ora sono riunite nella rete “BorghiIN”. Si tratta di cooperative regolate dalla legge regionale 25 del 2015, formate da cittadini desiderosi di fornire servizi e beni nei settori del welfare, cultura, turismo, agroalimentare e ambiente, altrimenti destinati a mancare in comunità sempre più fragili e a rischio spopolamento. Le realtà sono nate soprattutto nell’entroterra abruzzese: 15 in provincia di L’Aquila, 12 in provincia di Chieti, tre in provincia di Teramo e due in quella di Pescara. Finora, il progetto ha già movimentato un milione e mezzo di euro, pari all’investimento iniziale da parte di Confcooperative, e nel 2020 ha già dato vita a cinquanta posti di lavoro. Al bando del 2018 hanno risposto dieci cooperative, a quello del 2020 ventidue: tra queste, sette sono gemmate dalle Pro Loco, in quanto proprio il secondo avviso invitava specificamente queste esperienze già radicate sul territorio a evolvere in cooperativa di comunità. “L’ampia risposta ai nostri bandi – commenta Massimiliano Monetti, presidente di Confcooperative Abruzzo – fa della nostra regione un caso di studio a livello nazionale. Un vero e proprio primato di cui andare orgogliosi, in quanto testimonia la forza e l’attaccamento delle persone ai loro borghi di origine, ma anche una capacità di visione ampia e proiettata al futuro. L’Abruzzo che non si arrende, quindi, rinasce dal basso, e le cooperative di comunità che abbiamo sostenuto e accompagnato, e che ora sono riunite nella rete BorghiIN, stanno a testimoniare che c’è voglia di protagonismo per valorizzare patrimoni materiali e immateriali che rappresentano la vera ricchezza dell’Abruzzo e dell’Italia intera”.

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