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SULMONA – Tre anni di reclusione e non di amore. Il rischio c’era per un 54 enne campano, D.F, da tempo residente in città, che oggi però è uscito indenne dal procedimento penale a suo carico, essendo arrivata la sentenza di assoluzione pronunciata dal giudice monocratico, Francesca Pinacchio, perché il fatto non sussiste. L’accusa era di quelle pesanti. L’uomo era finito alla sbarra per l’ipotesi di reato di maltrattamenti e lesioni nei confronti della sua ex convivente. I fatti sarebbero avvenuti dal 2012 al 2019. Secondo il quadro accusatorio l’uomo avrebbe maltrattato la sua convivente sottoponendola a continue offese, accendendo diverse discussioni nel corso delle quali le scagliava addosso qualunque oggetto disponibile. I medici del presidio ospedaliero refertarono, in tre diverse occasioni, escoriazioni al voto e al collo giudicate guaribili in venti giorni, una ferita lacerocontusa del cuoio capelluto e ferite al polso destro. Il 21 dicembre del 2015 la donna sarebbe stata afferrata e trascinata fino alla caduta per le scale di entrambi. La stessa sarebbe stata costretta a rimanere in casa nel corso di una discussione. L’inchiesta prese avvio dalle dichiarazioni rese agli organi inquirenti della donna che non furono formalizzate in una querela. La persona offesa è stata sentita nel corso del processo e il castello accusatorio sarebbe stato ridimensionato. Gli episodi contestati non erano abituali a tal punto da configurare l’ipotesi di reato di maltrattamenti. Da qui la sentenza di assoluzione per l’uomo, difeso dall’avvocato, Alessandro Margiotta. (a.d’.a.)

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