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SULMONA – Fumata nera davanti al collegio giudicante del Tribunale di Sulmona per l’inchiesta sul traffico di droga denominata “La Fenice”. La prima udienza è stata celebrata questa mattina per i quindici imputati finiti alla sbarra, a vario titolo, per il traffico illecito di ingenti quantità di sostanze stupefacenti in concorso e tentata estorsione. Reati che sarebbero stati commessi principalmente in Valle Peligna, particolarmente a Sulmona, Raiano e Pratola. Sostanzialmente si è proceduto al nero rinvio del procedimento per difetto di notifica su un imputato. L’intera inchiesta ha avuto avvio tra il 2015 e il 2016, principalmente da alcune aggressioni subite da giovani della Valle Peligna, i quali dichiararono falsamente a carabinieri e polizia che erano stati picchiati per futili motivi. Ma tramite intercettazioni telefoniche, pedinamenti e indagini, i carabinieri erano riusciti a dimostrare che quelle botte non erano altro che minacce e violenze messe in atto da alcuni degli arrestati per recuperare i crediti dello spaccio delle sostanze, affidato a una catena di piccoli spacciatori. Il traffico di ingenti quantitativi di droga interessava soprattutto il mercato sulmonese, con diramazioni nel resto del comprensorio peligno. Nel corso delle perquisizioni eseguite contestualmente alla notifica della custodia cautelare, i carabinieri erano riusciti a recuperare a casa di due di loro, la consistente cifra di 74 mila euro più 1 chilo e 200 grammi di hascisc e marijuana. Soldi che secondo i carabinieri costituivano la cassa dell’organizzazione in quanto frutto dell’attività di spaccio svolta dai due e servivano per l’acquisto di ulteriore sostanza stupefacente.

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