PRATOLA PELIGNA – Prima gli spari contro i portoni delle abitazioni di Pratola e Raiano e poi l’incendio delle autovetture in uso ai coetanei rivali. Stesso modus operandi, almeno secondo carabinieri e Procura, che nei giorni scorsi ha emesso l’avviso di garanzia per A.F, 20 enne siciliano residente a Pratola, accusato di incendio doloso. Il giovane non ha avuto nulla da dire nel corso dell’interrogatorio svolto con le garanzie di legge, con la presenza cioè del suo avvocato, nella caserma dei carabinieri. Si tratta di un altro filone d’indagine, legato agli atti intimidatori posti in essere nella vallata lo scorso anno. Il 20 enne era stato arrestato ad ottobre dopo le indagini condotte dal nucleo operativo dei carabinieri della compagnia di Sulmona che hanno portato ad accertare che lo stesso aveva esploso, il 4 febbraio e il 24 maggio, colpi di pistola contro tre abitazioni collocate a Pratola (due) e Raiano (una). Alla base del gesto ci sarebbero futili motivi e rivalità con qualche coetaneo. La svolta era arrivata con l’arresto del padre, la scorsa estate, fermato con una pistola calibro 765 nell’auto. Gli accertamenti del laboratorio Ris e ulteriori riscontri investigativi hanno chiuso il cerchio. Il modus operandi, secondo l’accusa, è stato replicato in autunno. Prima a Raiano il 15 ottobre quando il 20 enne avrebbe bruciato la vettura di proprietà della madre di un suo coetaneo e poco dopo, forse, a Pratola anche se per tale episodio gli accertamenti sono in corso e non sono ancora emersi elementi di prova. Tuttavia per il fatto di Raiano il giovanissimo è finito sotto inchiesta.