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In una relazione dell’8 febbraio scorso l’ARTA ha rilevato gravi ritardi nella messa in sicurezza d’emergenza delle discariche Montedison 2A e 2B B di Bussi sul Tirino (Pescara) che continuano a essere contaminate da sostanze cancerogene e tossiche anche secondo le ultime nuove analisi. La relazione è stata, inviata tra gli altri anche al Ministero dell’Ambiente e alla Procura di Pescara, e alla Regione Abruzzo. Secondo l’agenzia abruzzese c’è un ritardo rilevante nella copertura-capping a carattere provvisorio in attesa dei futuri interventi di bonifica dell’area, tale che “a fronte di un’area di intervento pari a 25.460mq, è stata realizzata la copertura di meno del 10%, nel tempo previsto dal cronoprogramma approvato per effettuare la MISE dell’intera area. Visti i tempi finora impiegati per l’esecuzione dei lavori sopra citati, se si dovesse mantenere la stessa velocità d’intervento, si può ipotizzare il completamento delle attività di capping leggero in ulteriori 34 mesi.” L’Arta quindi certifica, quindi, “il ritardo rispetto ai tempi indicati nel cronoprogramma approvato, che prevedeva il completamento del capping di tutte le aree entro due mesi dall’ultimazione delle indagini dirette, avvenuta il 25 novembre 2020”. Il documento stigmatizza che pure le analisi che Edison doveva fare sui rifiuti industriali e acque sotterranee sono in ritardo “Con riferimento alle attività di controllo eseguite, i campioni prelevati in contraddittorio delle matrici acqua sotterranea, terreno e rifiuto, si evidenzia la mancanza delle risultanze analitiche dei campioni prelevati dalla Società sui rifiuti industriali e terreni delle discariche e delle acque sotterranee. Tale risultanze secondo il cronoprogramma erano attese dalla seconda settimana di attività delle indagini dirette, in modo da consentire la valutazione, in fase di esecuzione, di eventuali e ulteriori approfondimenti.” A sua volta l’Arta fa sapere che nei campioni da lei analizzati “le acque campionate in contraddittorio mostrano numerosi superamenti delle CSC, ossia le concentrazioni soglia di contaminazioni tra cui Tetracloroetilene, Tricloroetilene, Cloruro di vinile ed Esacloroetano”.

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