banner
banner
banner
banner

SULMONA. Si è chiusa con tre patteggiamenti l’inchiesta sulla morte di Andrea Mazzei, 43enne romano, che è deceduto il 28 dicembre 2021, ad un anno e due mesi di distanza dalla caduta da un cavallo. Davanti al giudice per le udienze preliminari, Marta Sarnelli, hanno patteggiato la pena il titolare della struttura, A.D.F. (10 mesi e 20 giorni di reclusione) e gli accompagnatori per le escursioni a cavallo, A.S. e M.S. (8 mesi di reclusione). Per i tre, accusati di omicidio colposo in concorso, la pena resterà sospesa. I fatti, avvenuti in un maneggio di Villetta Barrea, risalgono al 10 ottobre 2020. Nel corso dell’escursione a cavallo erano rimasti feriti il 45enne ed una bimba di sette anni. I due percorrevano un sentiero, ognuno in sella al proprio cavallo, quando l’uomo era stato sbalzato dalla sella finendo contro l’altro animale, sul quale era in sella la bambina. L’uomo, per le gravi ferite e contusioni riportate, era stato trasportato in elicottero nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Troppo gravi le ferite riportate tanto che, dopo un anno e due mesi di agonia, il suo cuore si era spento. Anche la bambina era rimasta ferita ma non in modo grave. Nel corso delle indagini è stata disposta una perizia che ha accertato il nesso tra l’incidente a cavallo e la morte di Mazzei. Secondo l’accusa i tre imputati avevano accolto un gruppo di sette persone, quattro minori e tre adulti, “tutti privi di competenze ed abilità tecnica per espletare l’escursione a cavallo”, omettevano di “consegnare agli escursionisti adulti il caschetto di protezione e di impartire le prescrizioni necessarie per una corretta tenuta dell’animale”. Dagli atti d’indagine è venuto fuori inoltre che gli accompagnatori non erano dipendenti della struttura e non possedevano la qualifica tecnica. Gli imputati, difesi dagli avvocati Luca Tirabassi e Alfredo Brancetti, hanno già risarcito i familiari di Mazzei e il gup ha riconosciuto le attenuanti.

Lascia un commento