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SULMONA – “La richiesta di convocazione da parte dei gruppi di maggioranza di centrosinistra di un consiglio comunale straordinario per discutere del Cogesa, dopo che tutto è stato deciso e soprattutto compiuto (sfiducia del cda in carica e nomina dell’AU), somiglia al maldestro tentativo di chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. A questa presa in giro noi non ci stiamo”. È la nota congiunta firmata dalla minoranza consiliare di Palazzo San Francesco che ha disertato la conferenza dei capigruppo per fissare l’assise civica sulla situazione della partecipata. I consiglieri di opposizione stigmatizzano inoltre l’operato dell’attuale amministratore unico. “La difficilissima situazione che viveva e vive il Cogesa, la principale società partecipata del nostro territorio, aveva spinto giustamente alcuni di noi (per la precisione il consigliere Vittorio Masci), nel mese di dicembre, a chiedere al sindaco Gianfranco Di Piero di coinvolgere tutta la minoranza nelle eventuali scelte che si apprestava a compiere il Comune di Sulmona riguardo alla società, attraverso una seduta di consiglio comunale da tenersi ben prima di ogni deliberazione. Cosi non è stato. Anzi, alla assemblea del 30 dicembre scorso, il sindaco di Sulmona si è reso protagonista di uno dei peggiori strappi istituzionali di questo territorio. In quella sede, infatti, una esigua minoranza, rappresentante un terzo circa delle quote sociali, ha dapprima proceduto alla sfiducia del consiglio di amministrazione in carica e, poi, alla nomina dell’amministratore unico nella persona di Franco Gerardini. Tralasciando gli aspetti legati alla legittimità della procedura messa in atto dal Sindaco Di Piero e da un ristrettissimo numero di sindaci, ciò che rimarchiamo è la circostanza che questo atteggiamento ha, di fatto, operato un gravissimo strappo con la maggioranza dei sindaci soci della società, strappo che ha definitivamente isolato questa Città in un momento in cui la compattezza del territorio gioca un ruolo fondamentale per temi nevralgici come sanità e giustizia. Riteniamo il consiglio comunale inutile e perfino dannoso per l’intero territorio perché rischierebbe di acuire il gravissimo strappo già posto in essere. “A nostro giudizio il Sindaco bene farebbe ad accedere alla richiesta avanzata dai sindaci che non hanno condiviso la linea della rottura provvedendo, dopo la convocazione del comitato per il controllo analogo, a revocare in autotutela il provvedimento di decadenza degli amministratori e la nomina in loro sostituzione del dott. Gerardini, cosí sanando il grave vulnus generato con tale illegittimo provvedimento, ed allo stesso tempo convocare un consiglio comunale al fine di avere un mandato dalla Città e dalla intera assise, e quindi il più ampio possibile sulle scelte da compiere e, alla fine, aprire il confronto con tutti i 67 sindaci soci, nella logica che gli enti sovracomunali sono di tutti e non solo di una o l’altra coalizione.  – insorgono dalle minoranze. Purtroppo, secondo i consiglieri di opposizione, “così non sarà perché il Sindaco Di Piero è ostaggio del PD e di quella parte di esso che dialoga con il gruppetto di sindaci protagonisti di quella che noi definiamo una pessima pagina istituzionale. In ultimo non possiamo non stigmatizzare l’atteggiamento del dott. Gerardini che, in questa vicenda, ha dimostrato di essere strumento di una parte ampiamente minoritaria e, del tutto incurante della dubbia legittimità degli atti di nomina, mentre continua a ripetere di essere dimissionario, compie atti e scelte che rischiano di danneggiare seriamente la società”. Intanto il Consiglio Comunale è stato fissato per le ore 15 del prossimo 6 febbraio.

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