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SULMONA. Barriere architettoniche da eliminare e troppi detenuti che necessitano di cure psichiatriche. E’ la forografia scattata dal Segretario UIL PA Mauro Nardella, che parla di clima da “nitroglicerina”, per rendere l’idea della gestione della casa di reclusione peligna negli ultimi mesi. Nardella “denuncia”, in particolare, il facile utilizzo del carcere sulmonese nell’assegnazione di soggetti psichiatri, sempre più complessi da gestire. “Non ci stancheremo mai di dirlo- commenta Nardella -, al pari di molti istituti di pena italiani, anche il reclusorio ovidiano paga lo scotto di una scelta scellerata fatta nel 2014 qual è stata quella di chiudere gli ospedali psichiatrici giudiziari senza prevedere un adeguato numero di posti nelle Residence per le misure di Sicurezza (REMS). Lo Stato non può non prendere cognizione del fatto che il carcere di Sulmona andrebbe e presto rivisto. Si è più volte parlato di restauri dei vecchi padiglioni adeguandoli ai voleri di un regolamento esecutivo dell’ordinamento penitenziario che di per sé risulta già eccessivamente obsoleto visto che è stato varato quasi 25 anni fa”.

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