La Cgil sanità privata torna a rilanciare la richiesta dei diritti promessi e spettanti agli operatori del settore sanitario da parte del Governo: Bonus covid, rinnovo contrattuale per i centri di riabilitazione, indennità professionale per chi ha assistito i pazienti covid e l’applicazione del contratto sottoscritto il 10 ottobre per le cliniche private. Daniele Leone, coordinatore regionale CGIL FP Sanità privata convenzionata Abruzzo e Molise nonché infermiere coordinatore scrive in una nota al governatore Marsilio e all’assessore Verì.
Era il 21 febbraio 2020 quando, a Codogno, si segnalarono i primi casi di Covid-19. Ricordare quella data è importante anche per ricordare il lavoro degli operatori sanitari nella storia dell’epidemia da coronavirus Sars-Cov-2 nel nostro paese, in una fase in cui si avevano poche conoscenze della lotta al virus. Da quella data noi infermieri e operatori del settore sanitario tutto, abbiamo affrontato il Covid quando ancora non conoscevamo bene i meccanismi di trasmissione e di contagio o quali fossero le complicanze che ne potevano derivare, ma una cosa era ben chiara a tutti noi, stavamo mettendo a rischio la nostra salute e quella delle nostre famiglie. Non ci siamo tirati indietro, abbiamo intuito che il paese aveva bisogno di noi, che i cittadini avevano bisogno di noi, che eravamo in guerra ed era il nostro momento: assistere, curare, prenderci cura dei malati. Tutti noi operatori sia del pubblico che del privato, abbiamo accolto pazienti positivi, gestito cluster quando non sapevamo ancora come tutelare noi stessi e che tipo di DPI usare quando non c’erano ancora terapie efficaci e nessuno sapeva come curare un paziente covid. Ricordo ancora quando con la mia collega nel pomeriggio abbiamo organizzato una zona del reparto per isolare i casi sospetti. Abbiamo dovuto modificare l’organizzazione del reparto, trasformandola in pochi giorni in un’area pronta ad ospitare i pazienti con sintomi sospetti per far fronte a tutte le inconvenienze. Posso affermare, senza paura di essere smentito, che tutto il personale sanitario e socio sanitario in tutte le strutture della nostra Regione Abruzzo si è rimboccato le maniche dando il meglio di sé nella gestione della pandemia. I colleghi del pubblico si sono immediatamente rimboccati le maniche accogliendo i primi positivi, non hanno mai mollato. Nessuno di noi sapeva come bisognava delimitare le famose zone rosse dalle zone pulite, etc. Tutti gli operatori sanitari e socio sanitari hanno lavorato sacrificando le ferie, i riposi e svolgendo doppi turni; abbiamo lavorato con camici, copricapo, guanti, mascherine, visiere, aiutandoci l’un l’altro, controllandoci a vicenda per vedere se fosse fatto tutto bene. Alla fine dei nostri turni ci siamo isolati nelle nostre abitazioni per non mettere in pericolo i nostri cari. Ricordo che parlavo con i miei figli e con mia moglie attraverso la porta. Abbiamo combattuto una guerra contro un nemico invisibile con tutte le difficoltà del caso, ma non abbiamo arretrato di un millimetro e nessuno di noi si è mai arreso. Abbiamo dato e continuiamo a dare il meglio di noi, continuiamo a prenderci cura dei malati, sostituendoci alle famiglie, che non possono fare le visite ai loro cari ricoverati. Per loro facciamo le video chiamate, ci improvvisiamo barbieri e parrucchieri, diventando per loro un punto di rifermento e di sollievo. In quei mesi eravamo affamati di sapere e nei momenti di riposo cercavamo nella rete nuovi corsi di formazione per apprendere con esattezza l’uso dei DPI, le nuove metodologie e nuovi protocolli sul covid. Ora siamo ad un anno dall’inizio della pandemia e siamo sempre in prima linea; con la terza ondata iniziamo ad avvertire un po’ di stanchezza ma siamo ancora nei nostri reparti e nelle nostre strutture a combattere contro le temibili varianti del covid. Ci siamo vaccinati tutti ma continuiamo a indossare tutti i DPI. Ora mi rivolgo a Voi Presidente Marsilio, Assessore alla Sanita Verì, ai consiglieri Regionali di maggioranza e opposizione e chiedo se dopo questo anno non sia giunto il momento che la politica riconosca il nostro contributo il nostro ruolo fondamentale nelle cure e assistenza ai pazienti. Per questo vi chiedo di intervenire per riconoscere anche ai lavoratori e alle lavoratrici di tutte le strutture socio sanitarie della nostra Regione Abruzzo il Bonus Covid. Vi chiedo di intervenire con il Presidente di ARIS e AIOP D’Abruzzo affinché possiate convincerli ad applicare il contratto sottoscritto il 10 ottobre ai lavoratori di Villa Pini, Spatocco, Villa Serena e di tutte le cliniche D’Abruzzo. Non è possibile che lo stipendio di chi è stato assunto dopo il 1° gennaio del 2013 possa guadagnare in media 1200 euro al mese. Non è possibile che il personale delle strutture socio sanitarie che hanno gestito i cluster non ricevano un euro di indennità di rischio professionale e non abbiano ricevuto un euro di Bonus Covid dalla Regione. Siamo stati osannati come “eroiâ€, abbiamo sostituito Superman, siamo stati degni di riconoscenza e riconoscimenti. La nostra immagine è diventata quella del viso segnato dalla mascherina e con gli occhi stanchi. Già prima della pandemia eravamo in numero insufficiente rispetto al fabbisogno reale ma in questa pandemia siamo stati sottoposti a turni pesanti, straordinari e ferie sospese per mancanza di personale. Con l’arrivo del Coronavirus, i problemi sono aumentati e in questi mesi stiamo assistendo ad un esodo biblico di infermieri e oss verso il pubblico. Ma nonostante ciò, chi è rimasto, ha continuato a garantire sempre la propria professionalità e competenza. Perché noi siamo professionisti della salute. Ora ci auguriamo che tutta la politica intervenga per far applicare il contratto sottoscritto il 10 ottobre e avviare le trattative per il contratto delle strutture socio sanitarie e far riconoscere il bonus covid e l’indennità professionale. Siamo stanchi di aspettare altro tempo. Vogliamo che ci venga riconosciuto il giusto, che ci venga riconosciuta la nostra professione il nostro ruolo il nostro essere professionisti e operatori in tutte le strutture sanitarie e socio sanitarie.