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SULMONA – Si va avanti con il ricorso al Prefetto dell’Aquila all’indomani dello slittamento del servizio di refezione scolastica e dell’emanazione della circolare numero 15 anti contaminazione da parte dell’Istituto Radice-Ovidio. Non un’azione contro la scuola e la Dirigenza scolastica ma una richiesta d’aiuto per ristabilire l’ordine dopo un avvio dell’anno scolastico tutt’altro che tranquillo. Sono queste le motivazioni che hanno spinto l’avvocato del foro di Sulmona Catia Puglielli a chiamare a raccolta un gruppo di genitori per chiedere l’intervento della massima autorità provinciale di pubblica sicurezza. “Le famiglie mai avrebbero pensato di dover fronteggiare questo problema”- spiega la Puglielli che ha predisposto la lettera al Prefetto- “tengo a precisare che le scuole non sono certamente la fonte del problema. Vogliamo capire come mai si sono creati questi disordini e questi dubbi interpretativi al bando, come mai il Comune si trova a chiedere una variazione di bilancio a fine anno. Non vogliamo accertare le responsabilità di nessuno ma chiediamo al Prefetto di ristabilire quell’ordine che al momento sfugge anche dalle mani della macchina amministrativa”. Nel frattempo sulla circolare anti contaminazione dei cibi, che tanto ha fatto discutere nei giorni scorsi, interviene l’avvocato e Presidente dell’Asp 2 Armando Valeri in qualità questa volta di Presidente del Consiglio d’Istituto della Radice-Ovidio. Tocca a Valeri infatti spiegare che la circolare è stata ampiamente condivisa con le famiglie, emanata come soluzione ponte al problema della mensa, volta ad offrire un’alternativa al panino da consumare ogni giorno, garante di una spartizione di responsabilità. Se le famiglie restano responsabili del cibo che entra in classe, la scuola mantiene l’esercizio del controllo e della vigilanza. Secondo l’avvocato-Presidente si tratta di una “perfetta rappresentazione della dicotomia della categoria di responsabilità sui minori che gravano sui genitori (culpa in educando) e sulla scuola (culpa in vigilando). È davvero ingiusto che sia stata la scuola a dover patire il clamore mediatico che la vicenda ha assunto, dato che il ritardo nell’avvio della refezione scolastica non è fatto dipendente dalla volontà della scuola: la preside ha tentato di garantire una soluzione ponte, temporanea, evitando ai bimbi il solito panino. E la Dirigente ha avuto anche la sensibilità di informare i rappresentanti dei genitori e quelli del consiglio prima di emanare la circolare. Garantisco che in quella riunione tutti i presenti sono rimasti estasiati dalla disponibilità e dall’idea della dirigente. A questo punto, augurandomi che il pronto avvio del servizio di refezione scolastica spenga i riflettori su questa problematica, ribadisco il mio ampio sostegno all’iniziativa trattandosi nell’emanazione della circolare 15, peraltro in linea con le indicazioni ricevute dai dirigenti scolastici dal Ministero, con propria nota del marzo 2017 ed avente ad oggetto la vexata questio del pasto domestico consumato a scuola”. Nulla quindi contro l’istituzione scuola ma i genitori non rinunciano al ricorso in Prefettura.

Andrea D’Aurelio

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