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SULMONA – Quattordici posti a rischio alla Clinica San Raffaele di Sulmona. A lanciare l’allarme è la Fp Cgil dopo l’avvio della procedura che riguarderebbe un dichiarato esubero di circa 14 lavoratori (su un totale di 92) di diversi profili professionali i quali rischierebbero di perdere il posto di lavoro in un contesto territoriale che storicamente si trova in forte difficoltà dal punto di vista economico, sociale ed occupazionale. Le motivazioni sarebbero da ricondurre ad un mancato adeguamento del budget – da parte della Regione Abruzzo per l’annualità 2019 – rispetto alle prestazioni erogate in regime di accreditamento dall’Unità Spinale (codice 28). Secondo quanto dichiarato dalla San Raffaele S.p.a. alla Cgil “a seguito della riconversione di n. 25 posti letto, inizialmente destinati alla Riabilitazione Intensiva (codice 56), in posti letto destinati all’Unità Spinale (codice 28), non vi è mai stato da parte della Regione Abruzzo un adeguamento del budget su una diversa e più specialistica tipologia di prestazione”. “Il San Raffaele”- fa sapere il sindacato- “ha comunicato l’intenzione di ridurre il numero dei posti letto di unità spinale e, conseguentemente, il numero dei lavoratori impiegati nella clinica ed i servizi sul territorio”. La Fp Cgil rende noto quindi “di aver immediatamente avviato le procedure per l’esame congiunto della problematica, così come previsto dalla vigente normativa, avendo inviato nei giorni scorsi una nota oltre che al San Raffaele anche alla Regione Abruzzo nelle persone del Presidente pro tempore e del Direttore del Dipartimento per la Salute e il Welfare, al fine di scongiurare qualsiasi licenziamento”. Il prossimo 21 gennaio si svolgerà un’assemblea in clinica ma l’appello è per la politica perché “ si faccia parte attiva per la risoluzione di una problematica che non riguarda esclusivamente i lavoratori ma che, in caso di esito negativo, arrecherebbe un ulteriore ennesimo colpo, sia in termini di servizi che in termini di assistenza sanitaria qualificata ad un territorio già martoriato da crisi economiche”. Si parla tanto di sanità sul territorio da collegare a quella ospedaliera. Ma poi bisogna fare i conti la realtà.

Andrea D’Aurelio

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