SULMONA – La consigliera comunale, Teresa Nannarone, passa tra i banchi di opposizione. La notizia era nell’aria da alcune settimane ma oggi diventa ufficiale. Un passaggio politico importante che segna la fine della coalizione Liberamente Sulmona di cui proprio la Nannarone era stata Deus ex machina per la campagna elettorale del 2021. Ora il sindaco dovrà presentarsi in Consiglio, tentando di comporre una nuova maggioranza. Il passaggio della Nannarone in opposizione segna di fatto la linea spartiacque per l’amministrazione comunale. Non avendo più i numeri per governare, il sindaco necessariamente dovrà cercare nuovi alleati o prendere atto della situazione per riconsegnare la fascia tricolore.
Di seguito la lettera di “divorzio” della Nannarone: Ho deciso di parlare direttamente ai cittadini. A chi mi ha sostenuta e a quelli che non lo hanno fatto, a chi mi apprezza e a chi mi critica, a chi vorrà comunque conoscere una storia assurda. Sono stati due anni sofferti, in cui ho stentato a capire, a vedere, e anche a credere a quello che stava avvenendo. Ora mi sono arresa, consapevole di avere sbagliato. A volte anche quando si vince si perde, soprattutto se si rischia di rimetterci la credibilità con i cittadini perché quello che si aspettavano non è stato e quello che non si aspettavano è accaduto. Ho fatto una campagna elettorale aspra, convinta com’ero che avremmo dovuto vincere e realizzare un modello di città diverso, libero, dinamico, progressista. Lavoro, sviluppo, diritti, sanità, ambiente, trasparenza, legalità, contrasto alla violenza di genere, centro storico, coesione territoriale, erano solo alcuni dei temi che consideravo prioritari per un nuovo progetto politico da costruire attraverso un ampio coinvolgimento. Un progetto di cambiamento, di discontinuità rispetto a chi ci aveva preceduto, ma anche rispetto a chiunque in Città aveva incarnato il potere fine a se stesso e per se stesso, e nulla più. Non è andata così: in questi due anni, lungi dal rispettare i patti con i cittadini, ma anche le indicazioni dei cittadini, ci si è incagliati senza la possibilità di stilare neppure una agenda per definire le priorità da affrontare. I temi citati non sono stati più neppure pronunciati, cancellati anche come parole. E ciò nonostante le proposte e le sollecitazioni di singoli e categorie. Due anni in cui qualcuno si è impegnato solo a imbastire relazioni di potere fuori dalla maggioranza, e a sabotarla, la maggioranza. Diversamente, come si potevano mettere all’angolo consiglieri che comunque garantivano “numeri” per la tenuta del progetto, e quindi rappresentavano la stabilità, la coerenza e il progetto politico stesso? Persone dalle persone elette. Come si poteva paralizzare un’amministrazione discutendo all’infinito sull’assetto della società Cogesa e ignorare, a differenza di tanti altri Comuni d’Italia, un processo penale per inquinamento ambientale? Come si è potuta tollerare l’arroganza di chi, dopo aver criticato per anni i metodi dell’avversario, una volta dentro Palazzo San Francesco ne ha usati di peggiori? Come si è potuto spendere il tempo a tessere trame di tenuta del potere, mentre non ci si è occupati mai, e sottolineo mai, in maniera seria della Magneti Marelli, delle file al CUP, dello spopolamento, dei problemi che il carcere, con la sua più alta percentuale d’Italia di detenuti nei circuiti di alta sicurezza poiché mafiosi, ‘ndranghetisti e camorristi, riversa in Città? Dei poveri che aumentano, dei problemi degli anziani, del disagio giovanile, delle difficoltà dei pendolari? Silenzio, immobilismo. Ma i telefoni, trasversalmente, sono sempre stati incandescenti, anche di notte. E sempre trasversalmente si consumavano pranzi nei ristoranti dietro i tendoni per ripararsi da sguardi indiscreti. Due anni non sono un breve periodo, eppure non ho mai fatto mancare il mio appoggio, ho elaborato e consegnato decine di proposte, e ho rifiutato, un anno fa e anche un mese fa, incarichi nell’esecutivo e non solo, perché non avrebbe avuto alcun senso, la maggioranza era finita a novembre 2021, divorata da Crono. La partecipazione spavalda alla gara d’appalto per la mensa indetta dal Comune di Sulmona, del valore di oltre tre di milioni di euro, da parte della società del socio di studio del capogruppo del PD, ne è la conferma. La politica la fa chi vince e convince. Io, invece, ho sbagliato a non comprendere alcune finalità, e quindi ho perso. Ho perso come perdono le persone che si lanciano in sfide difficili, donando me stessa senza chiedere nulla in cambio che non fosse mantenere la promessa della costruzione di una Città nuova e la speranza, per i giovani, di depositare le valigie di cartone del destino dei padri. Non rinnego nulla, ma nascondere ciò che è stato e ciò che è, non sarebbe onesto. Resistere e restare non sarebbe onesto, significherebbe essere complice. E io non lo sono. Per questo, senza abbandonare il Consiglio in cui sono stata eletta, andrò a sedermi nei banchi di opposizione a quella stessa coalizione che ho voluto e costruito con sacrifici enormi, anche da un punto di vista personale, ma che ha completamente stravolto lo spirito con cui era nata. E’ l’unico modo che ho per non perdere la mia dignità, i valori in cui mi riconosco e che continuerò a difendere”.
Il sindaco di fatto va sotto con i numeri poichè stessa decisione sarà presa verosimilmente dalla consigliera, Caterina Di Rienzo, la quale è già passata da tempo ai non iscritti, abbandonando il gruppo consiliare.