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SULMONA. Ancora sotto pressione il pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona preso d’assalto, nel senso letterale del termine, dai pazienti. Solo la scorsa notte, l’unico medico di turno, ha dovuto fare i conti con ben 35 pazienti. La situazione rischia di esplodere se si considera che alcuni utenti con il codice verde hanno atteso fino a 12 ore prima di essere presi in carico per la diagnosi. Non che il quadro clinico fosse grave, ma l’attesa di un’intera giornata rende l’idea sui carichi di lavoro. Il fenomeno si aggrava nel periodo estivo a causa delle ferie ma anche dell’incremento delle presenze turistiche sul territorio. Al campanello di via Montesanto, negli ultimi giorni, hanno suonato anche diversi visitatori, incappati in un incidente o in qualche disavventura, che ha reso necessario il ricorso alle cure ospedaliere. I rinforzi annunciati dalla Asl, d’altronde, non sono arrivati, nel senso che nessun reclutamento di nuovo personale medico risulta tracciabile. L’azienda, come ha fatto per altri reparti, ha “ripescato” i medici in pensione, che in questo momento comunque sono una manna dal cielo per una medicina d’accettazione e d’urgenza che soffre parecchio. A complicare il quadro sono le consulenze di pronto soccorso, anch’esse alle prese con ritmi intensi. Nel fine settimana, ad esempio, qualche prestazione specifica salta. Per non parlare del “filtro” sul territorio che, soprattutto in estate, si riduce inevitabilmente. Se ci fosse un “triage” anche per gli operatori di pronto soccorso, il codice da applicare sarebbe sicuramente un rosso.

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