SULMONA – Tutto in un pomeriggio. 466 quote favorevoli con l’incognita dello statuto. È stato revocato dopo sette lunghissime ore di assemblea il Cda Cogesa, guidato da Nicola Guerra al Cogesa. Dopo la bocciatura del bilancio di previsione 2023, che tecnicamente dovrà essere ripresentato entro il prossimo 31 gennaio, l’assemblea dei soci ha proceduto alla revoca per giusta causa dell’attuale Consiglio di amministrazione con la contestuale designazione di Franco Gerardini come Presidente a tempo. La conta dei numeri era partita già dalla mattinata di oggi e ha portato l’assemblea a compiere il passaggio decisivo. Lo stato di crisi dichiarato davanti al notaio si è trasformato in una frattura politica. Il carico da novanta è arrivato in nottata con la pubblicazione dell’ecocalendario del nuovo anno. Di fatto è stata ridotta la raccolta del vetro e del secco. “Dichiaramo già da oggi la volontà di chiudere il rapporto con Cogesa. Ma revocare oggi vorrebbe dire compromettere gli adempimenti da fare”- ha rilevato Sandro Ciacchi, componente del Cda. Sulla stessa lunghezza d’onda il rappresentante dell’Asm che ha invitato ad evitare la revoca per giusta causa, onde evitare ricorsi al Tribunale amministrativo regionale. Si è quindi aperto lo scontro dopo sette lunghissime ore di discussione e assemblea. “Il Cda non ha adottato i provvedimenti necessari al fine di prevenire l’aggravamento della crisi né ha comunicato il piano di risanamento. Ciò costituisce grave irregolarità”- rileva l’assemblea con il verbale letto dal sindaco della città di Sulmona, Gianfranco Di Piero. Sostanzialmente per Di Piero e l’assemblea si è compromesso il rapporto di fiducia tanto da configurare una giusta causa di revoca, tenendo conto anche della determinazione della Corte dei Conti che ha espresso perplessità sul passaggio da amministratore unico a Cda. Resta da sciogliere il nodo più importante, quello dei rifiuti aquilani, per il quale il contratto con Asm scade domani. Dal 1 gennaio l’Aquila conferirà in discarica con tariffe e contratto da definire. Intanto il Cda uscente si sta riservando di verificare la validità dell’assemblea. Si ipotizza, secondo lo statuto, che l’atto di revoca potrebbe essere considerato nullo nonché assemblea considerata deserta. Ma verifiche sono in corso.