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SULMONA – Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, nega la libertà sotto l’albero a padre e figlio residenti a Pratola Peligna, rispettivamente di 46 e 20 anni, tratti in arresto lo scorso ottobre dal Nucleo Operativo dei Carabinieri della compagnia di Sulmona, per i colpi di pistola contro le abitazioni. Per il Gip le esigenze cautelari restano intatte vista la pericolosità sociale e la mentalità criminale che è venuta fuori nel corso delle indagini. Entrambi trascorreranno le prossime festività nella loro “cella domestica”. Padre e figlo sono considerati dagli investigatori i presunti autori degli atti intimidatori posti in essere a Pratola Peligna lo scorso 4 febbraio e a Raiano il 20 maggio. La svolta nelle indagini era arrivata nei mesi scorsi quando i Carabinieri avevano fermato e arrestato il 46 enne con una pistola nell’auto calibro 765. Le analisi svolte dal laboratorio del Ris avevano permesso agli investigatori di venire a capo della vicenda. Stessa pistola e stessi proiettili utilizzati negli atti intimidatori di gennaio e maggio. Le accuse a vario titolo sono di esplosione di colpi di arma da fuoco e porto abusivo di arma clandestina. Vanno avanti gli accertamenti per verificare se può esserci anche un collegamento con altri atti intimidatori posti in essere sul territorio, in particolare con l’incendio di un’auto a Pratola Peligna.

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