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Ristori urgenti, in relazione alla perdita di fatturato e con criteri di erogazione automatici, Questa la richiesta di Confesercenti, preoccupata della decadenza economica che mina alla base la sopravvivenza delle imprese del Centro Abruzzo. Le aree interne dell’Abruzzo sono quelle che stanno soffrendo di più dell’emergenza Covid-19. Per cui, quelle di Confesercenti sono richieste che, a nome degli imprenditori, rivolgono all’attenzione dei Governi nazionale e regionale, perché salute e lavoro possano convivere. Ma per questo occorre una vera e propria svolta. Una svolta che non può essere rinviata nella gestione dell’emergenza che da un anno sta mettendo in ginocchio l’economia locale, con la perdita di tante, troppe attività. L’Associazione di categoria vuole testimoniare quanto tutte le attività del settore siano interconnesse, tanto che la chiusura imposta ad alcune si riflette in modo determinante anche sulle altre, con una drammatica flessione del lavoro. La Confesercenti del Centro Abruzzo lancia l’allarme a nome dei ristoratori, che continuano a muoversi fra chiusure a singhiozzo comunicate due giorni prima della loro entrata in vigore, degli imprenditori del settore turistico, ma anche dei gestori delle strutture ricettive che con lo stop agli spostamenti sono spesso costretti a sospendere le attività nonostante, di fatto, possano restare aperti. Non possono essere dimenticati ai gestori degli impianti sciistici che per la quarta volta in una stagione hanno investito nella riapertura degli impianti che è stata poi, di fatto, annullata. E a chiedere aiuto sono, allo stesso tempo, il mondo dello spettacolo, quello degli eventi e delle cerimonie; sono i negozianti, gli agenti di commercio, i liberi professionisti, i grossisti, gli ambulanti, i gestori delle palestre, ai quali ancora una volta vengono chiesti enormi sacrifici nella lotta alla pandemia, senza che questi siano realmente tradotti in un arresto della diffusione del virus. Per la Confesercenti del Centro Abruzzo, le chiusure delle attività e lo stop all’economia non sono la soluzione. Anzi, rischiano di creare problemi ancora più gravi che vanno a sommarsi alla crisi sanitaria. Dobbiamo dare la possibilità alle imprese di lavorare in sicurezza per guardare al futuro. Dopo un anno di restrizioni e di ristori mancanti o non realmente adeguati, non sono sostenibili nuovi lockdown, il rischio è la perdita di migliaia di aziende e non è sostenibile per il territorio. L’Associazione auspica che di tutto ciò si possa anche parlare nei cosiddetti “Tavoli tematici” che il Sindaco di Sulmona ha promosso. Il confronto tra Enti locali e portatori di interesse sono alla base della democrazia; perché condividere esigenze e progettualità consente il progresso della collettività.

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