SULMONA – Punto nascita blindato e classificazione di primo livello per l’ospedale di Sulmona. Il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, si presenta in aula con la maglia “save I 804”, prodotta proprio durante la lotta per il mantenimento del reparto di maternità peligno. Dopo l’estenuante maratone che ha fatto i conti con circa 600 emendamenti presentati dalle opposizioni, il piano sanitario sta per essere approvato a maggioranza e segna una svolta per la classificazione dei singoli presidi. L’offerta ospedaliera regionale si articola attualmente in 23 strutture ospedaliere per acuti, di cui 16 pubbliche e 7 private accreditate. La programmazione regionale prevede, tenendo conto dei criteri di efficienza e di complementarietà di discipline in relazione ai bacini di utenza, la seguente classificazione dei presidi: 4 ospedali con funzioni di Dea di II livello per le reti tempo dipendenti (L’Aquila e Pescara per la rete stroke e per la rete politrauma/trauma maggiore, Chieti e Teramo per la rete emergenze cardiologiche estese), 4 ospedali di primo livello (Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto), 6 ospedali di base (Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e Sant’Omero), 2 presidi di area disagiata, sedi di pronto soccorso (Castel di Sangro e Atessa).Nella programmazione, inoltre, sono previste le emodinamiche a Vasto ed Avezzano, mentre viene mantenuto aperto il punto nascita di Sulmona, nonostante l’annata negativa in termini di nascite. E’ stata poi definita, nel rispetto del tetto massimo consentito dagli standard, la dotazione aggiornata di posti letto, per un totale di 4912 posti letto (tra pubblico e privato), di cui 4015 per acuti, 624 per la riabilitazione e 273 di lungodegenza. L’organizzazione ospedaliera, invece, prevede la programmazione di 220 Unità Operative Complesse e di 287 Unità Operative Semplici e Dipartimentali, nel rispetto degli standard di legge. L’approvazione tuttavia lascia l’amaro in bocca per il Centro Abruzzo dal momento che, nonostante il primo livello, si toccano con mano gravi carenze di risorse umane. Una classificazione sulla forma non allineata con la sostanza dell’offerta ospedaliera visto il lungo elenco di criticità: pronto soccorso con un solo medico per turno, ematologia attiva solo una volta a settimana, consulenze urologiche in pronto soccorso solo di mattina, elettromiografie sospese per guasto al macchinario, tempi di attesa sempre più lunghi. Non basta un’etichetta per qualificare un ospedale