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SULMONA – “Non partecipare alle tradizionali e diffuse feste del maiale per il rischio elevato ( e concreto) di dare una forte spinta alla diffusione del Covid-19”. Lo ha chiesto l’ex primario del reparto di anestesia e rianimazione, Gianvincenzo D’Andrea, ai sindaci del Centro Abruzzo attraverso una lettera inviata questa mattina. Il medico deve aver preso spunto dal nostro servizio televisivo di qualche giorno fa quando denunciammo il caso di un gruppo di sulmonesi che avrebbero prenotato un tampone rapido con il solo scopo di ritrovarsi per la macellazione del maiale con conviviale annessa. Altre segnalazioni arrivano dalle frazioni, in riferimento al focolaio divampato tra Badia e Bagnaturo, ovvero un momento conviviale che si sarebbe svolto nel periodo delle festività natalizie, anche se nessun riscontro è arrivato dal tracciamento Asl. Il vero precedente riguarda Pizzoli, comune dell’aquilano, dove si è acceso un focolaio con quindici contagiati a seguito dell’uccisione del maiale con relativa cena (“panonta”) . Un fronte che avrebbe coinvolto almeno quattro nuclei familiari. L’ex primario rincara quindi la dose. “Come ben sai il mese di gennaio, per tradizione, vede svolgersi il rito dell’uccisione del maiale con relativo banchetto conviviale durante il quale si mischiano , in allegria ed a stretto contatto, soggetti appartenenti a nuclei familiari diversi”- scrive D’Andrea ai sindaci- “abbiamo già avuto modo di vedere cosa hanno già prodotto eventi di questo tipo: decine di malati di Covid , alcuni anche gravi. Continuare sulla stessa strada sarebbe da irresponsabili ma come ben sai, il buon senso spontaneo non è purtroppo molto di diffuso”. Da qui l’invito a fermare il rituale per evitare il rischio di diffusione del contagio in una fase assai delicata.

Andrea D’Aurelio

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