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Era un’insigne studiosa della filosofia sociale e aveva affrontato nei suoi studi complessi argomenti come quello concernente le evoluzioni delle patologie sociali nella modernità e quello delle passioni nella vita individuale.Si è spenta ieri, a settantuno anni, vinta dal Covid, Elena Pulcini, professoressa di Filosofia sociale nell’Ateneo fiorentino, originaria di Pratola Peligna. Il decesso della filosofa è avvenuto, per le complicazioni del Covid, all’ospedale Santa di Maria Nuova a Firenze, città, dove appunto insegnava come professore ordinario al dipartimento di filosofia dell’università di Firenze. Era andata in pensione lo scorso novembre, a conclusione dell’anno accademico.   Era nata nel 1950 all’Aquila ma Firenze era davvero la sua città adottiva perché vi si era laureata, giovanissima, in storia delle dottrine politiche. Si era poi perfezionata all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, dove aveva conseguito il dottorato all’Università Paris III – Sorbonne Nouvelle. Proprio in quell’università aveva iniziato la sua carriera accademica di docente. Dal 1991 era stata chiamata dall’insegnamento nell’ateneo fiorentino. Molti dei temi affrontati da Elena Pulcini (l’individualismo moderno, le forme del legame sociale, l’identità del soggetto femminile, i temi della cura) sono raccolti in alcune sue conosciute pubblicazioni. Altre riflessioni hanno riguardato gli effetti delle globalizzzaione e nell’ultimo decennio, in particolare, si era dedicata con passione ai temi della crisi ecologica e delle sfide globali intrecciando rigore scientifico e impegno civile. In quest’ambito aveva proposto una filosofia della cura per l’età global. (a.d’.a.)

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