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SULMONA – Alle 15.30 si prevede ferro e fuoco nell’assemblea dei soci del Cogesa convocata per l’approvazione del bilancio di esercizio, che prevede un buco di 1.8 milioni di euro e per la nomina della governance, sulla quale pesano le indicazioni degli aquilani che agitano e non poco le acque tra i sindaci. Non è certo se la fumata, già questa sera, sarà bianca. Tuttavia il deposito del piano di risanamento e di ristrutturazione darà luogo alle dovute riflessioni. Pratola Peligna, ad esempio, ha deliberato ieri sera di demandare al Consiglio la decisione se uscire nell’immediato dalla partecipata peligna con la dimissione della quota o riservarsi in tal senso, nelle more delle verifiche sull’attuazione del piano di risanamento che, ad oggi, deve essere ancora omologato. La Giunta Comunale della cittadina peligna ha quindi licenziato apposita delibera e ha fissato in 6-12 mesi il periodo delle eventuali verifiche. Intanto il Presidente del cda, Nicola Guerra, ha comunicato ai soci l’avanzamento della procedura dello stato di crisi con il deposito in Tribunale dell’accordo della ristrutturazione del debito e il piano di risanamento aziendale. Sono in corso le pubblicazioni davanti al registro delle imprese. “Per attuare il piano ed affrontare le sfide che ci troveremo di fronte davanti a partire dall’anno prossimo, abbiamo bisogno della partecipazione e collaborazione di tutti”- ha detto Guerra nell’informativa inviata ai soci dove si parla degli elementi più significativi del piano, già resi noti in un nostro articolo: 5 milioni in cassa dal 2024, nessun taglio per dipendenti, accordi di ristrutturazione con il 90 per cento dei 151 creditori. Ora il piano dovrà superare lo scoglio dell’omologa ma la vera battaglia è politica. Perchè sul futuro della governance resta incertezza.

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