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SULMONA – La Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila e il Tribunale per i diritti del Malato avevano trovato la quadra per il malato nefropatico che da Cocullo doveva raggiungere l’ospedale di Sulmona per accedere alle cure. Ma l’ironia della sorte ha voluto che l’utente venisse meno prima ancora di vedere accolte le sue istanze relative alle spese di trasporto e al pagamento di tutti gli arretrati che l’azienda sanitaria si era impegnata a versare dopo aver raggiunto l’accordo con il Tdm per venire incontro alle esigenze dell’utente. Ha dell’incredibile la storia che vede protagonista il malato nefropatico di Cocullo che è morto prima ancora di veder riconosciuti i suoi diritti. L’uomo faceva la spola dalla sua abitazione fino al presidio ospedaliero peligno per la dialisi ma, in mancanza del rinnovo della convenzione con la Croce Rossa, si è ritrovato costretto a pagare le spese del viaggio fino a quando ha rinunciato alle cure. Il malato nefropatico aveva lamentato l’impossibilità di ottemperare alle spese di trasporto in forza di una situazione economica che non lo agevolava. Così si è aperto il caso, l’ennesimo, di una sanità che talvolta non riesce a mostrarsi accessibile a tutti, soprattutto a coloro che hanno bisogno. Ma la storia questa volta aveva un lieto fine. La Asl non solo aveva garantito di sostenere le spese di trasporto per permettere all’uomo di tornare a curarsi ma anche di corrispondere i costi che fino al quel momento aveva dovuto accollarsi. Da fine marzo 2018 la famiglia aveva ritrovato la speranza tant’è che l’uomo aveva ripreso le cure ma le somme arretrate arriveranno praticamente dopo il decesso. “Abbiamo notato il verificarsi di altri disagi visto che il malato aspettava il rimborso dei costi che aveva sostenuto per il trasporto”- conferma l’avvocato del Tdm Catia Puglielli che si è occupata del caso. Una vicenda che riporta alla luce lo sforzo delle istituzioni per venire incontro alle esigenze degli utenti ma spesso è necessario viaggiare di pari passo onde evitare spiacevoli inconvenienti come quello che è capitato al malato in questione che è morto appena dopo aver ripreso le cure mentre non ha fatto in tempo a ottenere il rimborso richiesto.

Andrea D’Aurelio

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