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I finanzieri del Comando Provinciale di Padova hanno emesso un sequestro preventivo del Tribunale di Padova, per un importo complessivo di 2,5 milioni di euro circa, di beni e disponibilità finanziarie riconducibili a due amministratori di una società immobiliare, indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche e reati societari. L’impresa con sede nella provincia padovana si era recentemente trasferita a Pratola Peligna e avrebbe utilizzato bilanci e documenti ritenuti falsi, nel periodo immediatamente successivo al lockdown, per richiedere e ottenere ingenti finanziamenti da diversi istituti di credito, assistiti dalla garanzia dello Stato concessa a sostegno delle piccole e medie imprese. A mettere sulla strada giusta gli investigatori sono stati alcuni elementi di indagine: la società si era trasferita in un ‘rudere’, senza utenze né dipendenti nemmeno contratti di lavoro operativi. Si trattava quindi di una società non operativa, e l’operazione finanziaria era esclusivamente cartacea. Per risultare meritevoli del credito bancario gli indagati avrebbero falsificato i bilanci, aumentato fittiziamente il capitale sociale, predisposto dossier relativi ad asseriti investimenti e progetti da realizzare, richiedendo, parallelamente al finanziamento, la garanzia dello Stato concessa da apposito Fondo a sostegno delle piccole e medie imprese (istituito con il c.d. “Collegato alla finanziaria 1997”), amministrato da Mediocredito Centrale S.p.a., tramite la compilazione di attestazioni riportanti dati non veritieri in ordine alla percentuale del fatturato conseguito nel 2019, per rientrare nei parametri previsti dalla normativa

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