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SULMONA. Dopo dieci anni si torna in piazza. Anzi in via D’Andrea, il quartiere dei ragionieri e geometri, simbolo identitario di intere figure di professionisti che in quella scuola, oggi chiusa e irriconoscibile, si sono formate. Ingegneri, architetti, avvocati, geometri e ragionieri, perfino dirigenti scolastici, che sono passati per il De Nino-Morandi, varcando la soglia di quel cancello che dal 17 ottobre 2014 resta sbarrato. Annunci e promesse rimbombano ancora nella mente di chi ha seguito tutte le tappe di una battaglia che, ad oggi, non ha ancora portato alla riapertura dello storico edificio. Dieci anni fa erano le undici quando le fiamme gialle dell’Aquila hanno effettuato il blitz in via D’Andrea, per sequestrare la porzione della scuola oggetto, secondo la procura del capoluogo, di presunti lavori sbagliati post sisma. Le irregolarità sono andate prescritte con la sentenza che, un anno fa, ha scagionato i sette imputati. Ma i sigilli sono ancora lì, in attesa che il pm risponda all’istanza depositata dal presidente della provincia dell’Aquila, Angelo Caruso. Dieci anni per stare punto e a capo o quasi. Allo stato attuale c’è un progetto approvato, corretto per le anomalie rilevate, pronto per la gara d’appalto che doveva essere bandita da almeno due anni. Quelle correzioni sono state lunghe e faticose, frutto di un passaggio di consegne tra il Provveditorato alle Opere Pubbliche, che nel 2017 era stato designato soggetto attuatore e la Provincia. Se c’è un volto e un simbolo della lunga battaglia è quello di Franco D’Amico, uno degli storici docenti del De Nino-Morandi che, alcuni anni fa, aveva dato vita ad un comitato che oggi organizza la manifestazione di protesta. “Non nego che in diversi momenti mi sono sentito solo. Questa data segna non solo un triste anniversario ma anche una linea spartiacque. Oggi non sono solo ma con me ci sono ex alunni, docenti, commercianti. Se si risveglia l’interesse porteremo a casa il risultato”- afferma D’Amico che dà appuntamento a tutti per le ore dieci. Probabilmente, anche senza autorizzazione, ci sarà anche qualche studente che da viale Mazzini, sede alternativa, si sposterà davanti alla sede storica. La popolazione scolastica, dopo otto anni di permanenza nell’Iti di Pratola Peligna, era rientrata a settembre 2022 in città. Ancora troppo lontana però da quelle mura storiche che sanno di muffa ma, per chi ama la città, profumano comunque di identità. ( Qui intervista video https://youtu.be/PwXMi0nBV7g)

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