SULMONA – Nessun ostacolo da parte della Procura della Repubblica dell’Aquila per la messa in sicurezza del plesso scolastico De Nino-Morandi di Sulmona, chiuso dal 17 ottobre 2014 dopo i sigilli posti su una parte dell’edificio per presunti lavori sbagliati post sisma. La rassicurazione è arrivata dai Vice Procuratori Stefano Gallo e Roberta Avolio che ieri hanno incontrato una delegazione del comitato degli ex docenti composto dal portavoce Pietro Di Paolo, da Franco D’Amico che ha chiesto l’incontro alla Procura con tanto di lettera al seguito, Annita Zinni e Alessio Mancini. Presente anche l’assessore ai lavori pubblici della città di Sulmona Mario Sinibaldi. I professori in pensione sono riusciti a strappare un incontro alla Procura, facendo luce sull’iter da seguire per il dissequestro dell’immobile. “I procuratori hanno dichiarato che qualsiasi procedura avesse posto in essere l’ente appaltante (la provincia), il loro ufficio avrebbe consentito, con una prima istanza, l’accesso nella parte sequestrata dell’edificio per verificare quali lavori eseguirvi e, con una seconda istanza, avrebbero consentito l’esecuzione degli stessi lavori nella parte sottoposta a sequestro, anche per rimuovere le difformità presenti rispetto al progetto originario- fanno notare gli ex docenti che rimarcano come Gallo e Avolio
“hanno manifestato la loro sorpresa sul fatto che, a distanza di un anno e mezzo dall’incontro precedente, non fosse ancora stato fatto nulla, nemmeno sulla parte non sottoposta a sequestro”. I due Vice Procuratori si sono dichiarati disponibili a fornire tutta la documentazione in loro possesso, compresa la perizia, e a mettere a disposizione i loro tecnici gratuitamente per favorire la più rapida ed efficace soluzione al problema. Da qui l’attacco alla Provincia. “E’ stata inattiva”- tuona il comitato- “non ha posto in essere alcuna iniziativa.
Solo l’iniziativa del nostro comitato, sorto da alcuni mesi, ha messo in evidenza, attraverso lo studio della documentazione, che è possibile procedere a riaprire lo scorrimento della graduatoria delle ditte che hanno partecipato alla gara d’appalto per evitare nuovi e inammissibili ritardi. La città “- concludono gli ex docenti- “non può permettere l’ennesima perdita di un’altra realtà importante sul piano culturale ed economico”.
Andrea D’Aurelio