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SULMONA – Deve scontare un anno e dieci mesi di reclusione per l’omessa dichiarazione di alcuni tributi. Per una 50 enne, S.D.R, è arrivato ieri il conto della giustizia. La donna è stata raggiunta nella sua abitazione sulmonese da un ordine di esecuzione, notificato dagli agenti di polizia giudiziaria su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica, Edoardo Mariotti. Il Tribunale di sorveglianza dell’Aquila, recepita l’istanza del suo avvocato difensore, Stefano Michelangelo, ha concesso alla 50 enne la detenzione domiciliare per scontare la pena residua dei 22 mesi di reclusione, riferita a reati tributari e non allo spaccio come si era appreso in precedenza per un errore di comunicazione. Si tratta di due condanne passate in giudicato, la prima riguardante i fatti del 2010 e l’altra del 2015. La pena residua dovrà quindi essere scontata nella “cella domestica”, come deciso dai giudici aquilani. A carico della 50 enne pendono altre due inchieste, balzate alle cronache tra il 2016 e il 2019. Si tratta dei tassi usurai per le aziende fantasma, processo partito nei giorni scorsi con ben 21 imputati alla sbarra e l’aggressione con la chiave inglese in un autolavaggio della città, un vasto filone investigativo legato all’usura.

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