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SULMONA – Sarebbe stata dimessa senza terapia e senza la relativa certificazione, arrivata solo per via telematica con 24 ore di scarto, per essere richiamata in seguito dall’ospedale per sottoporsi a un intervento chirurgico al cuore. La strana storia di malasanità, che vede protagonista un’anziana sulmonese di 83 anni, finisce sui tavoli della giustizia. A raccontare la vicenda è la figlia della malcapitata che ha già dato mandato al suo avvocato per adire le vie legali e denunciare quella che- a suo dire- è una incresciosa situazione. Da quanto si apprende l’anziana era stata trasportata in ospedale lo scorso 27 febbraio in seguito a un incidente domestico, ovvero una rocambolesca caduta dalle scale, che avrebbe provocato la rottura delle vertebre. Si sono quindi resi necessari gli accertamenti del caso e, all’esito della diagnosi, l’83 enne è stata ricoverata per il monitoraggio del quadro clinico. Lo scorso 18 marzo è stata dimessa presso il proprio domicilio, inizialmente senza alcuna attestazione dall’ospedale. Il referto è pervenuto via mail il giorno dopo, a seguito di sollecitazioni da parte della famiglia. Tutto risolto verrebbe da dire, a giudicare dalla diagnosi di trauma cranico. Ma la doccia fredda è arrivata ieri con la telefonata dal nosocomio. “Signora deve riportare sua madre in ospedale perchè dobbiamo applicare un pacemaker”- si è sentita dire la figlia che  ha ricontattato immediatamente il reparto di chirurgia per chiedere spiegazioni. Alla fine, per ritirare tutta la parziale documentazione con la terapia, ha dovuto minacciare l’intervento dei Carabinieri. Una vicenda da chiarire nelle sedi deputate. Non una bella immagine per la sanità e il nosocomio qualora la storia venisse confermata in tutti i suoi incomprensibili risvolti.

Andrea D’Aurelio

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