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SULMONA – Quasi quindici anni di reclusione complessivi per quattro dei cinque imputati più un rinvio a giudizio. È questo il bilancio dell’udienza preliminare sull’inchiesta denominata Droga nel garage, una delle più grosse operazioni antidroga mai effettuate sul territorio peligno, svolta esattamente quattro anni fa dalla Procura della Repubblica di Sulmona e dalla Guardia di Finanza. Il giudice per le udienze preliminari, Alessandra De Marco, ha accordato la pena al 51 enne di Sulmona, A.D.P., proprietario del garage dove fu scaricato l’ingente quantitativo di droga. Ha patteggiamento quattro anni di reclusione più tre mesi di interdizione dai pubblici uffici. Patteggia quattro anni il 43 enne romano, A.E., il corriere che si occupò del trasporto. Pena patteggiata anche da D.M. (3 anni e 10 mesi, 24 mila euro di multa e cinque anni di interdizione) e G.P. (2 anni e 9 mesi, 14 mila euro di multa), difeso dall’avvocato, Alessandro Scelli. Per un totale di 14 anni e 7 mesi di reclusione. Sarà processato con rito ordinario M.L.D, rinviato a giudizio, considerato il Deus ex machina dell’operazione. La scorsa settimana era stato dimesso in libertà per la scadenza dei termini preventivi di carcerazione. Prima udienza il 9 aprile mentre il 6 ottobre si terrà un ulteriore udienza per la formazione del fascicolo, come richiesto dall’avvocato, Guido Colaiacovo. I fatti risalgono tra il 2 e il 3 ottobre 2019 quando in un garage del viale della stazione furono scaricati un chilo e mezzo di cocaina, 14 kg di hashish, 15 grammi di marijuana. Le Fiamme Gialle, in flagranza di reato, presero il 51 enne proprietario del locale e il corriere romano. Poi il conto arrivò anche per la giovane coppia (all’epoca dei fatti) e infine per l’ex ricercato, considerato dagli inquirenti la mente dell’intera operazione. Era lui che comunicava con la coppia considerata il suo braccio operativo. Per portare avanti l’attività di spaccio avrebbe ingaggiato di volta in volta giovani “collaboratori” ai quali affidava ingenti quantitativi di sostanza stupefacente da custodire e consegnare quotidianamente ai vari assuntori in città e nel comprensorio. Ma si affidava anche a insospettabili consumatori di stupefacenti, tanto da individuare nel garage il luogo di consegna dell’ultimo ingente quantitativo di droga. Comunicava tramite schede telefoniche che venivano utilizzate una sola volta e poi gettate via. A scoprire l’ingente traffico erano state Procura e Finanza che avevano smascherato il sodalizio.

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