SULMONA. Non più semplici avvisi ma vere e proprie cartelle di pagamento che sono arrivate, a casa di centinaia di utenti, dall’agenzia delle entrate. Si batte cassa sui ticket di pronto soccorso e sulle prestazioni sanitarie prenotate ma non disdette in tempo. Si tratta di esami sanitari che risalgono a dieci anni fa, al 2014, per i quali Asl e Agenzia delle Entrate stanno andando avanti con l’operazione del recupero crediti. Sulla vicenda interviene il tribunale per i diritti del malato, chiedendo alla politica di intervenire. In particolare la coordinatrice, Catia Puglielli, chiede ai consiglieri regionali di presentare un’interrogazione sul caso. “Agli avvisi di pagamento per prestazioni non annullate o per prestazioni di pronto soccorso non pagate stanno seguendo soprattutto per l’anno 2014 le cartelle di pagamento inviate dall’agenzia delle entrate. Dall’analisi delle stesse è emerso che ci sono vari motivi di contestazione tra i quali ad esempio la prescrizione e la lesione dei diritti di difesa degli utenti”- spiega Puglielli facendo pure notare che “sono stati inviati avvisi nonostante l’esistenza di esenzione ticket, ovvero nonostante che l’utente abbia disdetto telefonicamente senza avere tuttavia un riscontro cartaceo.
È chiaro che bisogna avviare un’interrogazione in Regione e un confronto con la ASL. Chiedo pertanto agli esponenti politici , che non conoscono tale problema, di farsi portavoce di tutte le problematiche connesse alle cartelle di pagamento inviate dall’agenzia di riscossione al fine di trovare una soluzione volta alla garanzia dell’utente. Ci rendiamo conto della complessità della materia ma noi non ci siamo mai sottratti al confronto e all’aiuto”- conclude la coordinatrice del Tdm. La Asl intanto sta analizzando eventuali difformità lamentate da coloro che, pur avendo disdetto la prenotazione, si sono trovati la cartella di pagamento a casa