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SULMONA – Il Tribunale collegiale di Sulmona dice no alla revoca della misura cautelare per la faida tra famiglie. I giudici, prima di fissare la sentenza per il prossimo 9 gennaio 2024, hanno rigettato l’istanza depositata, ritenendo ancora sussistenti le esigenze cautelari. Alla sbarra sono comparsi in sei per le botte, vendette, ricatti e tentate estorsioni tra i componenti di due famiglie. Una storia nata da un prestito di mille euro e sfociata in pretese di gioielli, aggressioni e persone finite in ospedale. Nello specifico l’inchiesta di Procura e Polizia è scaturita dalla denuncia di una donna, residente in un paese del circondario, che aveva chiamato in causa le forze dell’ordine nell’ultimo periodo dopo le continue diatribe tra le due famiglie per le richieste di denaro. Alla base della tentata estorsione ci sarebbe la pretesa di un bracciale in oro a fronte di un prestito in denaro di circa mille euro. Bracciale che, ad onor del vero, non è stato rinvenuto dagli investigatori all’interno dell’abitazione di una 50 enne di Sulmona, finita davanti al giudice assieme al compagno, a due figli e alla fidanzata ventenne di uno dei due. Tra gli oggetti rinvenuti e sequestrati, pure alla base della presunta e tentata estorsione, compare una vecchia affettatrice. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata l’aggressione subita la scorsa estate da un figlio dell’imputata. Un episodio che avrebbe generato una sorta di vendetta e ritorsioni a catena secondo gli inquirenti tant’è che l’indagine si è ampliata e a processo sono finiti anche la 20 enne e un 18 enne che avrebbe cagionato lesioni giudicate guaribile in venti giorni ad uno dei figli della 50 enne. Stralciata un’altra posizione Intanto per quattro componenti del nucleo familiare ( la 50 enne, il compagno e due dei figli) resta il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese. Misura cautelare in atto da circa un anno e che nemmeno ieri è stato possibile far cessare, visto il parere negativo del Pm e il rigetto dell’istanza da parte del collegio giudicante del Tribunale. A carico dei quattro permane anche il daspo fuori contesto che il Questore dell’Aquila aveva applicato nei mesi scorsi

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