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SULMONA – Falso e turbativa d’asta. Per queste due ipotesi di reato la Procura della Repubblica di Sulmona ha chiesto il processo per l’ex amministratore unico della Saca, per la segretaria verbalizzante e per il responsabile del procedimento riguardante i lavori svolti in viale della stazione nel 2017 per il rifacimento del manto stradale e della rete fognaria. L’udienza preliminare si è aperta nella giornata di ieri ma è stata sollevata l’incompatibilità del giudice Sarnelli che, in fase di indagini preliminari, archiviò la posizione dell’ex assessore e dipendente della partecipata, Salvatore Zavarella, scagionato dalle accuse lo scorso dicembre poiché nessuna condotta illecita si può iscrivere al suo carico. L’inchiesta avviata dall’ex procuratore Giuseppe Bellelli, ora a capo della Procura di Pescara, mira ad accertare eventuali irregolarità nelle procedure adottate nell’assegnazione dei lavori.Secondo la Procura della Repubblica l’appalto da 350mila euro sarebbe stato affidato ad una ditta che si era classificata seconda dietro specifiche direttive. I lavori sono stati affidati nel 2018. Si tratta di un’opera considerata di fondamentale importanza dai residenti che si trovano sulla strada che unisce la villa comunale e quindi il centro della città, con la stazione ferroviaria di Sulmona. Oltre al rifacimento dei collettori fognari che si intasavano a ogni acquazzone, con la separazione delle acque bianche da quelle nere, era stato ripristinato anche l’intero manto stradale fino ad allora un vero e proprio tormento per tutti gli automobilisti che transitavano sulla strada. Lavori eseguiti grazie ad un finanziamento, in parte garantito dalla Saca con i fondi Masterplan per l’Abruzzo assegnati dalla Regione alla società che si occupa del ciclo integrato dell’acqua per molti paesi della Valle Peligna e dell’Alto Sangro, e in parte dal Comune. Davanti al Gup sono quindi finite tre persone, ex amministratore unico compreso, in attesa di rinvio a giudizio o di sentenza di non luogo a procedere.

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